Passato e Presente - anno II - n. 7 - gen.-feb. 1959

«Comuni» in Cina Ma prima dì esprìmere il dissenso sui metodi, è necessario valutare quanto accade realmente, ·giudicando sul contesto cinese, e non superficialmente « dall'esterno >>. La Cina,' come l'India (su cui sarebbe opportuno fermare egualmente l'attenzione), sta cercando di dare una risposta a un quesito · appassionante: come trasformare una società arretrata in un paese moderno, industrializzato e civile. E ciò partendo dalle condizioni di paese sottosviluppato, che necessita di tutto. Il Dumont coglieva il senso di tutto questo quando affermava che il problema dei paesi sotto-sviluppati deve essere « totalmente ripensato ». 2. - Dall'aiuto sovietico allo sfruttamento integrale delle risorse locali·.· Riflessi internazionali e interni della nuova politica di Mao. La Cina, nei primi anni dopo la rivoluzione, ha contato essenzialmente sull'aiuto sovietico, aiuto finanziario e in macchine. Già è stato osservato piu volte come le necessità dell'industrializzazione cinese abbiano pesato sul blocco dei paesi ·comunisti dando fondo alle riserve di cui disponevano. Molti atti di politica internazionale .o interna dell'URSS vanno spiegati partendo da tale presupposto. La Cina ha assorbito tutto quanto poteva assorbire dai suoi alleati, e non è forse errato pensare che i suoi dirigenti abbiano temuto una normalizzazione dei rapporti Est-Ovest che significasse un minor impegno sovietico nei confronti delle necessità cinesi. Non che la Cina sia contraria alla distensione internazionale, come a volte sembrano credere, nella loro polemica, i dirigenti jugoslavi; ma probabilmente, per ragioni di strategia combinate con i propri programmi di industrializzazione, ha temuto che una normalizzazione Est-Ovest, e principalmente fra URSS e Stati Uniti, av,venisse prima che fosse risolto il suo problema, prima cioè che la normalizzazione dei rapporti internazionali si estendesse anche a leL Ciò avrebbe potuto significare una dispersione produttiva a suo danno. Regolari rapporti commerciali fr.a l'Oriente europeo e l'(?ccidente avrebbero spinto alcuni paesi del blocco, compresa l'URSS, a trattare scambi vantaggiosi senza diretto riferiinento alle capacità di assorbimento e alle necessità cinesi, e senza la contropartita per la Cina - finché persiste il « cor~one sanit~rio » a suo danno - di un regolare afflusso di merci, e soprattuttò macchinè, dal mercato occidentale. Sembra anche che la Cina abbia sollevato, a suo tempo, riserve sul modo cqme i sovietici si impegnavano ad aiutare altri paesi sotto-sviluppati dell'Oriente asiatico. Non a caso oggi la Cina insiste per un~ immediata soluzione della questione di Formosa,· e sfrutta ogni mezzo per mettere in un vicolo cieco gli americani, sperando di obbligarli .a rivedere l'intera loro politica asiatica. I mezzi con cui si esercita la pressione. cinese sono discutibili, e possono sembrare arrischiati (esempio il bombardamento delle Quemoy ~ l'improvvisa tensione con l'America in un momento che poteva sembrare scelto arbi- . . Biblioteca Gino Bianco

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