Passato e Presente - anno II - n. 7 - gen.-feb. 1959

Le idee della Resistenza il fascismo delle origini, quello di cui Gobetti aveva colto con finezza gli aspetti di gratuità dannunziana, estetizzante e tardoromantica, ma anche· il fascismo nel pieno del suo potere, quello che si atteggiava a signum contradictionis del secolo. Rosselli tentò perciò di fondere la tesi del fascismo male tipicamente italico con l'altra, di cui si fece tenace propugnatore, del fascismo come novità di portata mondiale, cui pertanto andava opposta, da parte dell' a~tifascismo, altrettanta novità. Egli stesso, in un importante scritto del 1937 1 , in cui traccia come un bilancio della sua creatura politica, pone al 1932 l'anno in cui GL passa dalle posizioni di concentrazione _.democratica socialista, sostenute però fin da allora dall'impegno di « rivolta contro gli ·uomini, la mentalità, i metodi del mondo politico prefascista, responsabile della fine miserabile deU'Aventino >>, alla prospettiva dell'oltrefascismo, per usare un'espressione ricorrente sulla stampa giellista. Il 1932, scrive Rosselli, per il fascismo è il decennale, l'irigresso nel PNF di sei milioni di nuovi iscritti, la nuova demagogia corporativa: insomma, l'apparenza della stabilità. Per gli antifascisti, è la fine del periodo post-aventiniano. Una nuova generazio11e di italiani si affaccia : ql:lella per cui il fascismo « non è piu la parentesi irrazionale; è la norma, il punto di partenza per ogni azione». A questi fenomeni italiani sempre piu avrebbero fatto riscontro, amplificandone il significato, quelli europei: Hitler 2 , Dollfuss, le Asturie, la giornata del 6 febbraio 1934 a Parigi, la Sarre 3 , e infine, esperienza culminante, la Spagna. Di fronte alla guerra d'Etiopia, Rosselli aveva dichiarato con vigore che « si deve essere disfattisti integrali e pratici » e accettare la guerra civile, ricordando che durante la prima guerra mondiale c'erano stati dieci milioni di caduti invano, e « quasi tutti coatti » 4 • Di fronte alla Spagna, come ha messo in evidenza il Garosci 5 , egli manifestò la· sua fiducia in un antifascismo mondiale come forza autonoma, con fini non necessariamente coincidenti con quelli politici 1 Per l'unificazione politica del proletariato italiano, in Giustizia e Libertà del 14 maggio 1937 (Scritti, cit., pp. 189-200). 2 Vedi il lucido articolo La gue"a che torna, pubblicato sui Quaderni di Giustizia e Li?ertà poco dopo l'asces~ di H~tler al potere (Scritti, cit., pp. 116-28), e che provoco una polemica con 1 Avanti!, poco, propenso ad ammettere, nel solco del tradizionale pacifismo socialista, la liceità di una « guerra rivoluzionaria» '(cfr. G. ARFÈ, Storia dell'Avanti! 1916-1940, Milano-Jloma 1958, pp. 96-97). 3 « Quel ~he .è avvenuto ~l I 3 gennaio in Sarre è la prova ultima, in vitro, de.Ila cadaverica .impotenza d1 tutte le forze, partiti, uomini del passato prefasc1sta»: La lezione della Sa"e, in Giustizia· e Libertà del 18 gennaio 1935 (Scritti, cit., p. 81). 4 Perché siamo contro la guerra d'Africa, in Giustizia e Libertà dell'8 marzo 1935 (Scritti, cit., pp. 84-90). 5 Storia dei fuorusciti, cit., pp. 150-163. Su questo punto, dell'autonomia dell'antifascismo di fronte agli interessi diplomatici delle potenze, cfr. E. Lussu, Diplomazia clandestina, Firenze 1956. -- Biblioteca Gino Bianco

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