Le idee dellà Resistenza razione del nostro avvenire quella debolezza che aspramente pesa su di noi e eh~ è nostr~ compito sforzarci di superare prendendone coscienza >> 1 • La dialettica cui Gobetti ricorre per realizzare il suo assunto è una dia- _lettica di puri concetti politiçi che, messi in moto dal suo moralismo, tentano di sfociare nella realtà con abuso di artifici e di astuzie della provvi- . dehza: e in questo sta la sua debolezza, che lo rende in qualche modo compartecipe dell'attivismo irrazionalistico che voleva combattere, e che lq po~ta a dare un giudizio incerto proprio sul fascismo. In fondo, il fascismo rimane anche per Gobetti una aberrazione rispetto a un ideale : aberrazione dalle salde radici storiche, ma individuate unilateralmente nelle · « pecche tradizionali >>(e ideologiche) del popolo italiano, e non messe sufficientemente in rapporto con lo sviluppo complessìvo della società borghese italiana e mondiale. In tal modo, e passiamo cosf al secondo rilievo sopra preannunciato, · Gobetti tende a far convivere in maniera singolare la teoria del fascismoincidente con quella del fascismo « autobiografia della nazione» 2 : « paren- ' tesi storica», egli definisce il fascismo, « fenomeno di disoccupazione nella economia e nelle idee, connesso con tutti gli errori della nostra formazione nazionale». Di fronte ad esso occorreva aver fiducia che l'Italia trovasse in sé la forza di « riprendere quella volontà di vita europea che parve annunciarsi, almeno in certi episodi, col Risorgimento» 3 • ~Nel Risorgimento Gobetti distingue:va pertanto una parte da rilanciare e una da espungere: ed è caratteristico del suo interesse prevalentemente accentrato sul problema della classe dirigente che alla critica ad essa rivolta dall'interno egli unisca una chiara insofferenza, di tipo aristocratico, contro quella che pur era stata l'unica manifestazione concreta di una possibile alternativa risorgimentale all'egemonia piemontese, il garibaldinismo. Anzi, Gobetti giunge 4 stabilire quasi una filiazione del fasci-· smo dal garibaldinismo, tramite il partito repubblicano. « Il fascismo>>, scrive infatti, «. ricollegandosi alla parte caduca e donchisciottesca del nostro Risorghnento, si assume quel compito di rivendicazioni romantiche, di predicazione di esaltato patriottismo, -di sentimentalismo · sociale collaborazionista, che dopo la fine del partito d'azione era stato il solo patrimonio con~ 1 Op. e loc. cit. Altrove scrive che « constatando· l'immaturità ideale dell'Italia del Risorgimento, o la mancata parteci pa'zione popolare, non si vuol fare un processo alla cultura e agli uomini, ma un sempllice calcolo di forze» (La Riv. lib., cit., ..p. 34). . 2 L'espressione è in un suo articolo sulla Rivoluzione liberale del 2 3 nov. 1922, riportato poi largamente nel libro omonimo, p. 185. E' l'articolo in cui si dice pure che « in _Italia non ci sono proletari e borghesi : ci sono soltanto classi medie», come aveva insegnato Giolitti e come confermava Mussolini. 3 · La Rivoluzione liberafe,_. cit., p. 188. Biblioteca Gino Bianco
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==