Passato e Presente - anno II - n. 7 - gen.-feb. 1959

Le idee della Resistenza 865 degli Stati antirisorgimentali », quello pontificio, dà un ulteriore suggello al suo pessimismo 1 • Su quest'ultimo punto, in particolare, la posizione del Croce era di~ersa e meno generosa: la restaurazione di un mondo di valori coincideva infatti . per lui col ritorno della vecchia classe dirigente al governo dello Stato. Per questo motivo, e non soltanto perché Guido Calogero non aveva bene inteso il rapporto fra libertà e giustizia, egli fu ostilissimo al partito d'azione, frenando con la sua autorità gli unici spunti di liberalismo moderno che si erano manifestati in Italia. Croce sperò che dietro al partito liberale, il partito dei « padri del Risorgimento », si sarebbe ricostituita l'antica unione dei ceti dirigenti, e delle elezioni del 1946 la sua partecipazione al blocco nazionale ·di Orlando, Nitti e Bonomi ebbe chiaramente il significato di favorire tale ripresa. La sostitu~ione della democrazia cristiana a quello che era stato il « partito » liberale prefascista dovette certo apparire a Croce, nei s~oi ultimi anni, un'ulteriore conferma della decadenza del mondo che gli era caro. « Difesa del Risorgimento >>: questo titolo dato alla nota raccolta di scritti di Adolfo Omodeo ben esprime l'atteggiamento di tutela del << significato piano ed onesto del Risorgimento >>che, accanto al Croce, vide appunto nelPOmodeo un tenace rappresentante. Si deve anzi all'Omodeo quello che. potrebbe definirsi il manifesto dell' « antirevisionismo >>risorgimentale! la recensione a Risorgimento senza eroi di Piero Gobetti 2 • Cosa intende difendere, dalla « revisione >>,l'Omodeo? Piu che un insieme di risultati storiografici in quanto tali, egli vuol salvare un ideale politico e di vita, il « senso del Risorgimento >>come era stato costruito, tramandato e idealizzato dalla cl~sse colta liberale, e che non ci si riusciva a persuadere dovesse venire, rebus ipsis dictantibus, messo in forse dalle nuove generazioni 3 • Soltanto in tale quadro ci sembra possa essere intesa la polemica, che tuttora si trascina, fra « revisionisti >>e « antirevisionisti >>,anche se non del tutto assolto può andare l'Omodeo per la durezza cattiva (« ... ho cercato invano una scintilla d'intelligenza in quelle pagine ... ») del suo giudizio su Gobetti, da poco morto in esilio, e che nello stimolare la resistenza al fascismo avrebbe avuto un peso certo maggiore di quello del suo acre recensore. Colpisce, nell'atteggiamento dell'Omodeo di fronte al Gobetti, la mescolanza, tipica della intellettualità idealistica, della « boria del dotto>> contro l'« irregolare>> tecnicamente sprovveduto (che spinge l'Omodeo a configu1 A. C. JEMOLo, Chiesa e Stato in Italia negli ultimi cento anni, 'Torino r948, pp. 7 15, 728, 730, 716. 2 Apparsa nel 1926 sul « Leonardo »; ora in Difesa del Risorgimento, Torino 1955, pp. 439-46. 3 Scrive l'Omodeo nella recensione citata: « I danni successivi dipesero dall'aver smarrito progressivamente il senso del Risorgimento, non dal Risorgimento stesso». Biblioteca Gino Bianco

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