Passato e Presente - anno II - n. 7 - gen.-feb. 1959

• « Comuni » in Cina . ricordano i mutamenti avvenuti sulla scena internazionale negli ultimi anni: è contenùta, in questo simbolo, anche una rivendicazione di pri~ato ideologico nei confronti di Mosca? E da questo la rivendicazione di un primato politico? E' presto per dirlo e per valutarne le conseguenze sulla condotta dell'int€ro_ blocco comunista; l'ipotesi è stata tuttavia avanzata ·da parti 3:utorevoli, e va tenuta presente 1 • · Sin d'ora appare tuttavia certo un fatto: la « via cinese» non •è soltanto un principio astratto, ma qualcosa ·di concreto e reale, la cui elaborazione . , 1 Tito, in un discorso pronunciato a Novo Mesto (Slovenia) il 23 novembre scorso, accennò per la ~ prima volta pubblicam~nte · alla possibilità di un contrasto fra Pechino e ·Mosca. Riferendosi agli attacchi cinesi verso il « revisionismo » jugoslavo, Tito osservò che probabilmente Belgrado non è che un bersaglio di comodo; il vero destinatario della polemica risiederebbe a Mosca, e sarebbe Krusciov. {Criticando le Comuni, 11ito le definiva una versione militare dello sviluppo· del socialismo, versione che ha « molto poco in comune con la concezione marxista». « Comunque - aggiungeva - se il corso militare dello svi- _luppo del socialismo è per essi il piu conveniente, questo è affar loro. Lascino però ii:i pace gli jugoslavi. Se sostengono che non aumenteranno il livello di vita ~r ancora quindici anni, lo facciano pure. Da parte nostra vogliamo edificare il socialismo ma anche migliorare il tenore ·di vita. Per noi il socialismo non è qualcosa di astratto, ma la costruzione del benessere per le attuali e future generazioni. Noi vorremmo che già questa generazione godesse i benefici de'll'edificazione del socialismo, e ci disprace che non li senta già in suffi.. ciente misura »). Prima di queste dichiarazioni di Tito gli osservatori internazionali avevano notato che la stampa cinese aveva pubblicato il discorso pronun- 1 ciato da Molotov a Ulan Bator in occasione del 7 novembre; la stampa sòvietica aveva invece completamente ignorato il discorso del proprio c\ffibasciatore in Mongolia. L'episodio veniva da molti interpretato come una conferma dell'ipotesi secondo cui Molotov godrebbe di forti appoggi a Pechino, malgrado la condanna politica inflittagli da Krusciov con la denuncia del « gruppo anti-partito ». Infine molti sollevano il problema dell'incremento demow;-afico cinese come uno degli elementi principali di « competizione » fra Pechino e Mosca (oltre che fattore di sproporzione interna date le ancora scarse risorse: economiche cinesi). La Cina aurile.nta attualmente col ritmo di quindici milioni di abitanti l'anno: e il governo non sembra preoccuparsi eccessivamente di questo fenomeno; con sjmile ritmo la Cina avrebbe nel 1980 un miliardo di i·-·• ab.~tant~,e nel 2000 - secondo un rapporto dell'ONU - potrebbe giungere ·alla. fantastica cifra di 1 .600 milioni di abitanti. Adlai Stevenson, recatosi recentemente a Mosca in visita privata, aveva sollevato il prqblema con i propri interlocutori sovietici. « Verrà il giorno - diceva Stevenson - in cui la Russia, paragonata al suo vicino, sembrerà il piu grande deserto della terra... Quale sarà .....l.a pos~zione· della Rus.sia quando· una Cina potente, industrializzata, sovrap<?polata; · porrà i suoi occhi sui vasti e scarsamente popolati territori sovietici? » « Ogni mio interlocutore - rivela Stevenson - appariva sgomento e preoccupato. E non .mi sorpresi quando, in alcune di queste occasioni, i dirigenti sovietici levarono i bicchierì di _vodka esclamando: "Ecco un'altra ragione per migliorare le relazioni fra gli Stati Uniti e l'Unione Sovietica" ». Non a caso, dicono a!cu~ì, :~rusc~ov ha lancia~o una _campagna pçr il p~polam:nto delle !err~ _vergini s1ber1ane; egli teme che la pressione· demografica cinese s1 traduca 1n un'espan· sione verso il vuoto siberiano. 54 Biblioteca Gino Bianco

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