Luciano Vasconi eh.e anche nell'URSS si era tentato, nei primi anni della rivoluzione, un esperimento del genere: « Storicamente, l'idea della Comune rurale non è nuova. Fu tentata in Russia su scala molto minore immediatamente dopo la rivoluzione bolscevica, approssimativamente tra il 1918 e il 1922. Ma l'esperimento si concluse con un fallimento)). Piu tardi, negli ultimi anni della vita di Stalin, Krusciov aveva proposto dapprima la fusione dei « colcos )) sovietici piu piccoli e meno redditizi (1950-'51) e poi aveva lanciato l'idea delle « agro-gorod )), le « città agresti )) (tali dovrebbero diventare in prospettiva le Comuni cinesi se l'esperimento riuscirà). La p~ima proposta di K.rusciov era stata accolta e applicata; la seconda, concernente le « agro-gorod )), era stata respinta da Stalin e da Malenkov (quest'ultimo, in qualità di relatore al 19° congresso, aveva definito «intempestivo>)· il suggerimento). K.rusciov finora non ha riesumato il suo vecchio progetto, ed ha preso l'iniziativa di riforme in agricoltura che non solo rafforzano i « colcos >), ma, come ricordava Deutscher, tendono a trasformare i rapporti tra lo Stato e i contadini ponendoli su una base di mercato (vendita delle macchine agricole ai « colcos )), abolizione delle consegne obbligatorie ecc.). , E' indubbio che Mosca e Pechino seguono due strade diverse. La diffe~ rente impostazione si nota anche a proposito del sistema di retribuzione. Mentre Pechino ·va orientandosi verso il salario in natura, presentandolo come « superamento del sistema borghese nella corresponsione delle paghe.>1, a Mosca, in vista del 21° congresso, si andava affermando. la tesi o,pposta: il ritorno al salario come retribuzione per il lavoro svolto dai « colcosiani >> (misura già applicata dai « colcos » più forti e meglio organizzati) ~iché questo metodo, dicono parecchi economisti sovietici, ha il vantaggio• ·di stabilire un contatto immediato tra lavoro e retribuzione, offrendo ai « colcosiani » un riferimento diretto che favorisce l'aumento della produttività nelle aziende agricole. . Sono divergenze, queste, che dipendono naturalmente dal diverso grado di sviluppo della Cina e dell'Unione ·Sovietica. In questo senso, quindi, non v'è motivo di stupore. « I cinesi devono seguire piu a fondo la via del collettivismo proprio ·perché sono industria,lmente piu deboli», constatava Deutscher. Altri ricordano che la Cina è nelle condizioni dell'URSS annò 1930, termine di paragone da prendersi ~on cautela, specie quando si vuole, da questa base, teorizzare la « necessità storica)> di uno « stalinismo . . cinese)>. Però quello che colpisce non è la necessaria differenza tra due diversi modi di compiere una rivoluzione (fatto anzi che conferma la validità delle « strade 'diverse al socialismo )), principio che fu sancito dal 20° congresso sovietico); ciò che colpisce è la sensazione netta che i comunisti cinesi, prima così cauti nelle loro teorizzazioni, stiano ora presentando i loro esperimenti come modello di edificazione del «comunismo)>. « Il vento dell'Est prevale su quello dell'Ovest», dicono i cinesi quando Biblioteca Gino Bianco
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