Segnalazioni 977 liberazione ha assunto in India. e in Cina è attribuita dal Panikkar a moti vi di politica rr.ligiosa. Infatti, mentre l'India e il Giappone « di fron~e all'aggressione dei missionari » seppero « conservare intatte le s,trutture organiche dei . due paesi», « in Cina l'erosione dei vincoli sociali, sistematicamente perseguita per .settaf).tacinque_ anni dai missionari protetti daUe potenze imperialiste, condusse alla rivoluzione del 1948. In questo senso si può di~e - conclude l'au- ·tore - che gran parte della responsabilità di ciò che accadde in Cina dopo la guerra ·contro il Giappone va attribuita ai missionari, i quali credettero ciecamente che, provocando uno stato di anarchia sociale, il Cristianesimo sarebbe riuscito a conquistare al suo Dio la piu vasta comunità d~l mondo. Essi riuscirono a provocare questa anarchia sociale, ma furono altri a trarne van- . tagg10 ». g. p. c. DINA BER TONI J OVINE, La scuola italiana dal 1870 ai giorni nostri, Editori Riuniti, Roma I 958. La Bertoni J ovine, già nota e apprezzata per la sua Storia della scuola popolare in Italia (Torino 1954), all'inizio. di questa nuova fatica dichiara subito che « si propone di tracciare la storia della nostra vita scolastica, non tanto in rapporto ~llo sviluppo del pensiero filosofico e pedagogico, quanto in rapporto al progresso democratico della società ». Di qui l'interesse di quest'opera che, attraverso una ricca documentazione, dimostra ·che la crisi della scuola è generata molto piu che da errate imposta-- zioni pedagogiche, che pure sussistono, dall'incapacità della nostra classe dirigente, dal '70 a oggi, di affrontare il problema scolastico senza chiusure conBiblioteca Gino Biànco servatrici. L'autrice desidera attirare la attenzione « su certi aspetti speciali dei rapporti che esistono tra la fortuna e la sfortuna della scuola e il declinare o il risorgere di orientamenti politici e sociali >>; e lo scopo si può dire raggiunto perché, se leggendo il volume si è presi da un profondo senso di sconforto, in quanto ci si accorge che i problemi sono sempre gli stessi e i timi~i e incerti tentativi di soluzione so13:orimasti per decenni e decenni allo stato di desiderio, ci è offerta anche la chiave per capire . la ragione di un cosi pauroso immobilismo, essendo rin1asta sempre sostanzialmente immutata la struttura della . ' nostra soc1eta. Certo fa molta impressione constatare che la proposta .di una scuola ·media unica triennale senza latina, che a qualcuno pare troppo rivoluzionaria perfino oggi, si _trovasse_ già nel pro-. getto di riforma di Ferdinando Martin i del I 893 e fosse stata ancor prima sostenuta dal Bertini e da Cesare Correnti. Ed è interessante che fondati dubbi sul valore formativo del latino fossero già chiaramente formulati nel 1909, nella relazione del Nicoli al Congresso della Federazione insegnanti medi, mentre si sente tuttorà penosamente ripetere che il valore formativo del latino è fuori discussione. E tuttavia l'autrice non vorrebbe condurre i lettori a una conclusione scettica, ma piuttosto accentuare che il dramma della nostra scuola è « un dramma di natura essenzialmente politica di cui troppo spesso i partiti democratici hanno sottovalutato l'importanza». E' un'illusione sperare di ·risolverlo attraverso un rinnovato fervore di studi pedagogici, anzi, come dice la Bertoni Jovine nella conclusione, « il chiasso che si fa intorno ai principi teorici e alle scoperte psicologiche· può ser.. vire a distrarre l'attenzione dalla vera
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