Passato e Presente - anno II - n. 7 - gen.-feb. 1959

ETICA ED ESTETICA DI TROTZKI} Appena scorso l'indice della raccolta d,i scritti di !Leone Trotzkij Letteratura arte libertà (ultimo volume uscito delle opere del rjvoluzionario russo che Livio Maitan cura per l'editore Schwartz) sono andato a cercare non · le pagine di critica letteraria o d'estetica (nonostante una vecchia curiosità per il Trotzkij fautore dei movimenti d'avanguardia) ma un saggio sulla morale. D'estetica e marxismo, d'arte e socìetà eccetera, se.ne è scritto e parlato in tal misura che ormai ogni voce nuova o vecchia deve farsi largo. in .un compatto banco di noia; invece .l'etica socialista, la morale rivoluzionaria è un _campo poco meno che vergine. Lukàcs, quando venne in -Italia1 nella primavera di quel fatal '56, ci disse che pensava a un trattato d'etica marxista come al coronamento della sua. opera teorica; ma prima d'accingervisi doveva portare a termine l'estetica. Auguriamo al_pensatore ungh~rese molti anni per compiere entrambi i lavori, ma sempre piu crediamo che - nell'ordine delle esigenze che la storia pone e nell'ordine dello sviluppo della· ricerca - l'etica dovrebbe venire per prima e l'estetica buon'ultima. Del resto, l'unico scrittore cui spetti la definizione di poeta marxista senza mezzi termini né per il sostantivo né per l'aggettivo, Bertolt Brecht, ha battuto sempre su un solo tema, un solo chiodo: la morale della lotta di classe. Il saggio di Trotz~ij, La nostra morale e la loro è scritto nel 1938 al Méssico. È una ·discussione - in cui il rivoluzionario sconfitto ed esule si . lancia, con violenza polemica moltiplicata dal suo isolame11to, soprattutto contro il- moralismo della socialdemocrazia e della -sinistra ·occidentale,. - sulla validità 'per la rivoluzione dell'assioma « il fine giustifica i mezii ». Trotzkij lo considera valido. L'inquadramento storico del problema è assai debole; di Machiavelli non si fa neppure il nome, la paternità dell'idea viene attribuita ai gesuiti, o meglio, ai protestanti che l'attribuivano polemicamente ai gesuiti. L'argomentazione con cui è difesa la storicità e relatività· delle varie morali e la spietatezza della morale rivoluzi<?naria, è piu debole ancora. E anche la dote che siamo piu portati ad apprezzare - la sincerità spietata sulla violenza rivoluzionaria, quella sincerità che fu di Lenin ma non piu di~ Stalin - diventa quasi un'ostentazione astratta, un compiacimento intellettuale. Quel che è male se fatto dalla reazione è bene se fatto dalla rivoluzion_e: ma quando alla contrapposizione netta tra rea- , Biblioteca Gino Bianco

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