Luciano Vascbni '56. Se già allora era una domanda pertinente, essa acquista maggior vigore oggi, con l'entrata in funzione dell'esperimento delle Con1uni. E' possibile formulare una risposta? Pensiamo che la cautela sia, ancor oggi, necessaria prima di spìngersi in ipotesi che potrebbero rivelarsi non conformi alla realtà. Invece di rispondere, quindi, con un'affermazione o una negazione, entrambe - al momento - arbitrarie, ci limiteremo a illustrare alcuni dati certi, ammessi dalla stessa stampa di Pechino. Nel maggio '58 la tesi dell'accelerazione si è affermata in tutta la sua portata. Essa fu il tema centrale della relazione di Liu Sciao-ci alla seconda sessione dell'8° congresso del PC cinese (svoltasi dal 5 al 23 maggio). Il vicepresidente del partito dichiarò allora - dopo aver parlato della lotta al « revisionismo », di non meglio precisate espulsioni dal partito e delYesistenza di movimenti « separatisti )), oltre che della lotta contro i residui « borghesi » - che in Cina << taluni sollevano delle obiezioni, e dicono che l'aumento del ritmo di costruzione fa s1 che la gente si senta tesa)). Liu-Sciao-ci contestò tale giudizio, evidentemente espresso con forza dagli oppositori per diventare argomento di dibattito, sostenendo che un meno rapido sviluppo dell'economia nazionale creerebbe in Cina una situazione « estremamente piu tesa»; perciò - concluse - bisogna lavorare «duramente)) almeno per tre anni ancora, con l'obiettivo di superare, entro quindici anni, la produzione bri- . tannica. Dalle parole di Liu Sciao-ci, malgrado la contestazione polemica, emergeva l'ammissione di uno stato di tensione, all'interno del popolo, tale da preoccupare le autorità comuniste. L'pnico argomento che si opponeva a tale constatazione era infatti, come si vede, la tesi che la tensione sarebbe piu grave e pericolosa abbandonando obiettivi ecol?-omiciche dovranno, in quindici anni, svincolare la Cina dalla condizione di paese sotto-sviluppato. E' una tesi tutt'altro che disprezzabile, ma che dimostra i margini di pericolosìtà dell'es~rimento in corso. Potrà il popolo sopportare· gli attuali ritmi, pur conscio dell'importanza vitale del suo sforzo? E dall'altro lato: lo sforzo richiesto dalle autorità è stato calcolato in base ai limiti di sopportazione del popolo? . Sulla stampa cinese si leggono note impressionanti a questo proposito. « Il compagno Wang-Wen-ciu - si legge ad esempio sul « Kung Jen Ji Bao », ·a firma Yu Lin-kuei - ritiene che la dura lotta che. combattiamo sia troppo logorante e che una simile situazione, se perdura, sarà insostenibile. Alcuni miei colleghi di lavoro sogliono dire spesso: "Ci sar~ un giorno una fine? Non sarà possibile resistere se durerà ancora molto. E' possibile o no resistere? " 1 • Domande del genere compaiono da qualche tempo numerose sulla . 1 Yu Lin-kuei, oper~io in una fa~b~i~a _per. la lavorazione del legno a Pechino, per conto suo risponde che SlPJ.ili dubbi sono la conseguenza di « pr~ Biblioteca Gino Bianc0
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