Passato e Presente - anno II - n. 7 - gen.-feb. 1959

I • P.S.l. e partecipazione politica b) significa anche comportarsi ipocritamente di fronte al mondo borghese, come chi vuole far credere di possedere e di controllare una base che invece non _ha, quando in realtà chiunque abbia interesse a saperlo sa come stanno le cose; · e) significa fare come· lo struzzo e rifiutare di affrontare i problemi urgenti chiudendo gli occhi di fronte ad essi; che non si tratti di semplice silenzio formale e convenzionale è dimostrato da quei congressisti che si sono indignati contro chi ha denunciato al~uni termini del problema; · d) e significa infine far atto di poca saggezza organizzativa e rinunciare a un potente mezzo di attivazione del partito, perché se alle varie correnti, a differenza di quanto si è fatto finora, si assegnassero solo i voti di chi realmente vota, ciò obbligherebbe gli attivisti di corrente a moltiplicare la loro opera di persuasione e di propaganda presso tutti gli iscritti, perché partecipino alle assemblee e alla vita di corrente e di partito. Mentre al contrario sembra che per molte assemblee di sezioni, soprattutto provinciali, si sia fatta opera contraria, usando espedienti per tener pi u bassa possibile. la partecipazione, in modo da ottenere una facile unanimità intorno a questa o quella mozione, sulla quale in tal modo il resto dei voti assenti cadeva in blocco. È stato osservato infatti come numerqse assemblee di sezioni provinciali si siano chiuse all'unanimità per l'una o l'altra mozione 1 • ~ A.Ha denuncia di questa pratica statutaria che cela la realtà della partecipazione della base alla vita politica, e, almeno parzialmente, distorce la democrazia interna di partito, si può rispondere che nei partiti socialisti s·i è sempre fatto cos1 e che anche negli altri partiti la procedura è generalmente la stessa. Una decisione importante come quella, per esempio, con cui, nel 1905, Bissolati e i bissolatiani furono espulsi dal partito, fu presa in una assemblea della sezione romana a cui avevano partecipato soltanto 100 su oltre .700 iscritti, e con un voto di debolissima maggioranza fra quei cento intervenuti. E la sconfessione, nel maggio del 1910, della fra_- 1 Per precisare: con l'attuale· sist~ma, in una sezione di 500 iscritti, bastano 20 su 30 presenti per aver diritto allo stesso numero di delegati che in un'altra sezione, sempre di 500 iscritti dove i voti effettivi siano stati, mettiamo, dieci volte di piu : 200 su 300 presenti. O ancora, in una sezione di 50 iscritti, 30 voti effettivi possono valere 10 volte di meno che lo stesso numero di 30 voti effettivi in una sezione di 500 iscritti. In una sezione dove una corrente sa di aver già la maggioranza dei « frequentatori >> abituali di assemblee, non ha nessun interesse a convincere altri iscritti a partecipare. Se invece ogni corrente avesse i voti che effettivamente riesce a interessare e mobilitare intorno a una mozione, per far pesare al massimo i propri delegati al congresso (o, che è lo_stesso, per averne di piu), ci sarebbe l'interesse in ogni condizione e in ogni sezione a far venire il massimo di votanti. Cioè la forza di una corrente consisterebbe nella sua capacità a. fa.r part:cipa~e. il ma_ssitn? nu~e~~ di ~scri~ti(i~vece ~he in _q?ella di im~adron1rsi con ti m1n1mo d1 vott poss1b1h, det delegati· a cui ha d1r1tto una. sezione). ' Biblioteca Gino Bianco

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