Passato e Presente - anno II - n. 7 - gen.-feb. 1959

Roberto Guiduccì esito? Quali si potrebbero per il futuro condurre? In base a questi tentativi in qual modo si potrebbero via via studiare le migliori forme organizzative per rendere feconda la sostanza potenziale rilevata nelle masse? Se esse, oggi, non comprendono il discorso socialista come reale apertura alla liberazione della loro condizione minoritaria e alienata, ciò non significa, salvo verifiche tn contrario, che esse siano rinunciatarie rispetto ad una possibile via italiana al socialism·o. E' possibile, invece, che sia il discorso socialista a rivelarsi rinunciatario ad attuare una autentica maieutica soci·ale ed a preparare gli strumenti adatti per renderla effettiva. Una maieutica sociale, inoltre, non può essere che un'operazione complessa in cui tutte le possibili varianti siano considerate nella loro incarnazione concreta. Se è già- un risultato notevole, come ha in particolare sottolineato e ribad~to Giolitti nel suo intervento precongressuale, fatto_proprio da Nenni al Congresso, aver identificato nelle « riforme di struttura » la materializzazione principale della via democratica al socialismo in Italia, occorre vedere tutta la fenomenologia che un simile piano comporta. Poiché il socialismo n·on punta tutta la sua influenza soltanto sulle classi maggiormente oppresse, ma anche sui tecnici, su larghi strati di ceto medio, su operai specializzati, su singoli individui di diversissima provenienza, è indispensabile vedere come, con criteri differenziati, convogliare e collegare queste forme ad un piano organico, scientificamente studiato e precisato. 8. Tre forme di realismo politico. Su questi e tanti altri temi e su altrettante indagini dettagliate e• documentate avremmo voluto vedere impostato e svolto il dibattito precongressuale e congressuale socialista, piuttosto che su una serie di dichiarazioni di voto e di sospettose polemiche, spesso ossessionate dallo stabilire una a.stratta topografia, o addirittura toponomastica, alla collocazione del socialismo nel. quadro dello schieramento tradizionale della partitocrazia italiana. L'assenza di altre possibili prove, la mancanza di esaurienti dati ha costretto anche molti fra i migliori a ridurre il centro del loro discorso alla distanza da stabilire fra Democrazia Cristana e Partito socialdemoçratico da un lato, e Partito comunista dall'altro, quando sempre piu chiaro diventava che la stessa configurazione partitica si rivelava, essa stessa, preclusiva alla risoluzione del problema. . Ne è nato, per contraccolpo, uno scivolamento delle prospettive di fondo, per tanti aspetti già tanto avanzate, all'accettazione di tre forme di realismo politico contrapposte. Il primo realismo, quello vecchiettiano, nell 'impossibilità ·di giudicare la reale potenzalità della sinistra italiana, ha creduto . .di potersi cautelare nel tradizionale appoggio offerto dal Partito comunista, con ciò rinunciando precisamente a quelle proposte di nuove e moderne strutture organizzative che caratterizzavano il possibile apporto positivo che ·.Biblioteca Gino Bianco

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