P.S.I. e partecipazione politica 957 niranno per muoversi verso il PSI, riconoscendo in esso il luogo adatto ali' esplicazione dei loro principi ed _alla risoluzione dei loro problemi. Tuttavia, non certo per concessione riformistica, come non ha mancato malac- . cortamente di rimproverargli la sinistra, Lombardi ha sottolineato l'impor- ·tanza di rafforzare il livello di lotta su piano parlamentare e perciò istituzionale, dove, nella società moderna, si deèide la politica degli investimen~i, e cioè la politica economica generale; e, nel contempo, ha precisato che la riduzione della lotta a livello di massa, mancando di uno sbocco conclusivo, potrebbe condurre, anziché alla piu ampia partecipazione dei ·lavoratori al governo del paese, a forme protestatarie di tipo qualunqui- \ stico. Ci sembra che la ver.1tà stia nel fatto che Lombardi tema non solo un facile spregio dello strumento istituzionale, essenziale alla coagulazione operativa di una razionale pressione dei lavoratori, ma paventi soprattutto che tale pressione, ancora per tanta parte guidata dal Partito comunista, possa essere incongruente ai fini di una alternativa democratica, per gli effetti devianti dell'impostazione protestataria ed agitatoria, e quindi non razionalmente costruttiva, dei comunisti stessi. Tuttavia il problema non appare risolto se è vero, come dice la replica di Nenni al Congresso, che è « arbitraria » ogni distinzione fra l' « azione di massa e l'apporto che può venire dall'iniziativa parlamentare». « Nessuno crede - ribadisce Nenni ;_ che sia possibile agire in· Parlamento senza il sostegno dell'azione popolare. Senza la pressione delle masse niente si muove in Italia, nulla si muove nel mondo ». Dunque la sottilissima osservazione di Lombardi, anziché allontanare, riporta in modo ancor piu acuto il problema di una organizzazione moderna delle masse lavoratrici, che corrisponda in modo omogeneo ad una moderna concezione di intervento su· terreno istituzionale o, se si preferisce, di pianificazione economica generale. Di quest'ultima, che non può certo essere condotta su piano settoriale di fabbrica ò di azienda agricola, l'organizzazione di base rappresenta e la determinazione sociale (nella fattispecie socialista) e il luogo delle scelte e delle ver~fiche democrat~che. ·· Ma, se il problema è questo, occorre, prima di rispondervi, interrogare la realtà del paese e domandarsi attraverso precise indagini: come possono delle ingenti masse operaie e contadine accettare ancora il sacrificio dei loro interessi non solo setto~ialil ma generali, per una prospettiva di rivalsa esterna estremamente lontana e, allo stato _dei fatti, estremamente improbabile? Dipende ciò da uno stato di arretratezza cos1 grave da non consentire la possibilità di una partecipazione politica diretta, e perciò democratica, e perciò nazionale?. Il limite in cui l'arretratezza ·riduce l'iniziativa politica a pura protesta o a mitica speranza è modificabile ed elevabile? Con quali struinènti? Qua~i esperimenti controllati sono stati fatti, con che 61 Biblioteca Gino Bianco
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