Passato e Presente - anno II - n. 7 - gen.-feb. 1959

954 Roberto Guiducci esattamente il contrario. Se, invece, si partisse dal presupposto democratico di rispetto di ogni altro partito di classe, si riproporrebbe per il PSI il problema dell'unità d'azione o dell'assunzione, a· proprio• favore, della funzione di guida. Ma precisamente nel non valore di questa funzione si fonda la richiesta dell'autonomia del PSI, e l'attribuirsela ridurrebbe la critica di fondo ad un fatto concorrenziale, ed il sostenerla richiederebbe strumentalmente quella forza accentratrice ed autocratica che il PSI recisamente nega e, d'altra parte, fortunatamente non ha. Infine, come ognuno vede, la semplice convivenza fra PSI e PCI non consentirebbe di realizzare quell'unità del movimento operaio che sola potrebbe condurre a rendere attuabile la via democratica di alternativa. E' qui anche il limite della corrente Basso su questo tema. Il non accettare una aprioristica unità con .i: comunisti, ma accoglierla solo là dove si determini una convergenza politica, se può sembrar costituire un'abile. mossa tattica di. sganciamento in generale e, nello stesso tempo, di utilizzazione della forza comunista per problemi via via determinati, in pratica ripropone tutta intera la questione dei rapporti fra socialisti e comunisti su terreno partitico, e perciò su terreno di forza fra i due gruppi, dove il maggiore e piu incombente non potrebbe che riassumere la funzione di guida. Basso, dopo aver dichiarato che « i partiti sono precisamente la classe politicamente organizzata, sicché non esiste nella lotta politica quotidiana una volontà della classe che non si esprima attraverso i partiti>>, arriva a concludere che se « nessun partito può pretendere ad una investitura carismatica che lo consacri guida o avanguardia>>, « queste posizioni si conquistano nella lotta, nell'esperienza, assumendo di fatto la funzione a cui si aspira e mostrandosene degni e capaci>>. Dunque la « guida >>non può e_ssereuna attribuzione aprioristica, ma una conquista. Ma Basso n~n riuscirà ma.i: a persuadere il PCI di non essersela conquistata, per cui l'alternativa torna a ridursi per il PSI o di soggezione o di concorrenza con il PCI. Il problema dell'unità del movimento operà.io esce, dunque, dai_ confini partitari, non è un problema del PSI, ma un problema della classe lavoratrice, o meglio, delle classi lavoratrici italiane nel loro complesso. Per ora ci basta rilevare come la corrente cosiddetta di sinistra non abbia saputo arrivare alle estreme conseguenze delle sue premesse e si sia perciò arenata nella vecchia posizione di affiancamento subalterno al PCI e attraverso di esso al blocco orientale. La mancata verifica concreta delle possibilità di rinnovamento delle classi lavoratrici e la mancata capacità di progettare e creare adatti strumenti non poteva che condurre al realismo politico immediato, e da esso nuovamente all'immobilismo. Biblioteca Gino Bianco

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