P.S.l. e partedpazione politica 953 E ciò parrebbe confermato dalla risoluzione congressuale finale della corrente di sinistra dove, riassumendo il contributo, certamente di alto valore, dato nel suo discorso da Vittorio Foa, si .dice: « Proprio perché la crisi dell3i Democrazia cristiana 2ffonda le sue radici in una complessa ·realtà economico-sociale, l'azione del movimento di classe non può esaurirsi nell'am6ito strettamente politico, di vertice, ma dev.e contemporaneamente investire i centri del potere monopolistico, facendo perno sulle lotte delle masse a tutti 1 livelli, perseguendo incessantemente ogni possibile forma di controllo operaio sulla produzione e di controllo popolare diretto sulla distribuzione del reddito >>. Ma ciò non è. La_ mentalità partitaria è tutt'altro che superata nella cosiddetta corrente di sinistra. E nei suoi documenti si ribadisce che se il Partito socialista può aver tutti i diritti di influenza sulla classe, anche il Partito comunista ne ha altrettanti: « sul terreno di classe non basta sostenere che il PCI ha il diritto di piena legalità: combattçre l'anticomunismo per un partito classista significa riconoscere al PCI una . funzione positiva e necessaria per l'avanzamento della classe lavoratrice». 5. Il problema dei rapporti con il Partito comunista. La contraddizione in tern1ini è evidente: poiché è chiaro che, guardandosi bene dal rifiutare il principio dello Stato-guida e quello del centralismo autoritario che ne consegue, il PCI è tutt'altro che democratico e tutt'altro che disposto a concedere al movimento operaio di. parlare in prima persona, non è sostenibile che la funzione del PCI sia pos1t1va e necessaria per l'avanzamento del movimento operaio e per la sua educazione all'egemonia ideologica e strutturale. Se, viceversa, si vuol ritenere .necessaria questa posizione non democratica, ciò vorrebbe dire che ·si crede non necessaria la via democratica, e tutto il discorso allora viene a cadere. Si è detto spesso, nel periodo pr~congressuale, che quest'ultima è l'effettiva posizione della cosiddetta sinistra e che le sue concessioni critiche costituiscono soltanto la copertura tattica di una rinnovata decisione di tentare con ogni sforzo di ripristinare il frontismo. Non crediamo attendibile quest'interpretazione, dopo le diverse precisazioni congressuali, per la corrente vista nel suo complesso: Tutta.via fin tanto che si resta sul terreno partitario, dà tempo usurato come forma specifica di organizza- ·- zione moderna, il problema dei rappc;>rtifra PSI e PCI .non appare risolvibile. Se, infatti, si decidesse di ottenere una via democratica al socialismo tentando di escludere il Partito co1nunista (perché « antidem~cratico ») ci si troverebbe ad usare mezzi antidemocratici per un fine che si propone Biblioteca Gino Bianco
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