Passato e Presente - anno II - n. 7 - gen.-feb. 1959

Socialisti in Danimarca 945 chiedeva di concentrare la lotta contro la destra borgh.ese e non col)tro il partito socialdemocratico. In economia Larsen respingeva la teoria del cosiddetto impoverimento assoluto. Il gruppo di Larsen voleva che il partito prendesse chiara posizione per il metodo democratico. Lo sviluppo .ideologico secondo Larsen doveva fondarsi sulla libera discussine e sul rifiuto di dogmi intangibili. Il nocciolo della discussione però era un altro. Al di là di tutti questi argomenti il problema centrale rimaneva quello della via per realizzare il socialismo in Danimarca. La prospettiva socialista. Nella discussione coi settantasei rappresentanti provenienti dalle organizzaziol!i comuniste Axel Larsen impostò la discussione sul modo per raggiungere il · socialismo nelle condizioni della Danimarca. La classica risposta comunista, egli osservò, è che si debbono mettere in evidenza le colpe del partito socialdemocratico, vincere ,l'influenza di esso, trasformarlo in un gruppo insignificante: e forse questa strada può condurre allo scopo, ma nel nostro paese sarebbe comunque inutilmente lunga, aspra, distruttiva. Un'altra affermazione dei comunisti è che occorrerebbe conquistare il partito socialdemocratico dall'interno per trasformarlo in un partito rìvoluzionario: ma Larsen fece presenti gli ostacoli che esistono in questo senso quando si ha di fronte un apparato di partito consolidato. E come del resto potr.e~be adoperare un simile stratagemma· chi si tiene fermo a idee rivo-. 1uzionarie? Quello che occorre è l'unione e la mobilitazione delle forze della classe operaia. Un partito rivoluzionario di massa è oggettivamente necessario: se si dimostra stabile e dirige le sue forze principali contro la reazione; esso può diventare il catalizzatore delle masse lavoratrici e costringere a · un indirizzo di sinistra anche il partito socialdemocratico, rendendone difficile la collaborazione con i partiti borghesi. Cosi, secondo Larsen, la via maestra sarebbe non quella del contrasto diretto, ma quello della pressione per ottenere un'alleanza di una parte dei socialdemocratici. Per il suo nUf!1ero e la sua quàlifica, come pure per la forza dei suoi potenziali alleati, la classe operaia nel paese è matura per prendere la direzione della società. Un'alleanza costruttiva tra le due ali del movimento di classe condurrebbe a riforme sociali fondamentali e rac-- coglierebbe la classe operaia su posizioni radicali, aprendo così la prospettiva di una trasformazione ·della società su basi socialiste. · Ma questa via verso il socialismo ha bisogno di un partito rivoluzionario diverso dal partito comunista, cioè di un vero partito di massa. Chi vuole un. partito di élite va chfaramente contro la concezione marxista, secondo la quale il socialismo si può instaurare soltanto per l'effettiva e dichiarata· volontà della grande maggioranza del popolo. Biblioteca Gino Sia.neo

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