Passato e Presente - anno II - n. 7 - gen.-feb. 1959

, N aziònalismo di sinistra 939 varsi a destra » : piu che jl simbolo, anzi, l'incarnazione vivente. Di qui una· radicale eliminazione di tutti i problemi reali, ai quali penserà~ il generale, e tutto andrà bene. L'idea di una Francia ·unita, attiva, generosa; legata d'amicizia e d'affetto ai popoli coloniali conquistati da questo volto della Francia che per la prim~ volta il generale ha saputo mostrar loro; la giustificazione di qualsiasi decisione politica con l'interesse della Francia astrattamente inteso, piuttosto che in relazione a questioni effettive; una attesa, una pigrizia che lasciano continuamente il passo al nazionalismo estremista: ecco i risultati della confusione che il Fronte popolare, nelle sue parti piu -deboli, ha incoraggiato. Un ministro di De Gaulle rappresenta molto bene questo stato d'animo, ed è Michelet. Ma un numero non trascurabile di simili mostri politici ha ruotato a lungo intorno a « L'Express », che ancora nella sua ultima pagina ospita ogni settimana François Mauriac con la sua totale incapacità a comprendere le cose che accadono. Non staremo a condannare il Fronte popolare perché ha prodotto dei mostri. La mancata realizzazione di una effettiva unità, le esigenze immediate del momento, la brevità della sua esistenza, bastano a scaricarlo di questo debito. Ma occorre anche dire che in tutta la sinistra francese sono restate tracce di questa mentalità. Hanno anzi trovato alimento in due occasioni, la Liberazione, di cui dirò ancora, e il dibattito sulla C.E.D. 2. Quello che ho chiamato nazionalismo giacobino ha influito, e influito largamente, sul mendesismo, e non solo sul Partito comunista, confermandoci che si tratta di una debolezza generale della sinistra francese. Il Fronte popolare, come dicevo, aveva raccolto tutti i nazionalismi per opporsi alla minaccia nazista. Ed è facile oggi vedere come allorà si cadesse in errore, considerando il nazismo essenzialmente come una minaccia straniera, e per di piu tedesca. Un nazionalismo rafforzato dalla vittoria del 1918 sulla Germania, con tutta la letteratura «tricolore» nata con la guerra e continuata anche dopo per esigenze di propaganda, non poteva che ricavarne alimento. E' significativo che si sia dovuto attendere il 1958 per individuare veramente Pétain, Laval e il collaborazionismo per ciò che erano: un fascismo francese sotto protezione tedesca, e non solo un governo d'importazione. Si dimenticarono troppo presto gli entusiasmi che avevano accolto il maresciaJ.lo nei suoi viaggi nel 1942, non si era pensato a confrontare le basilari idee politiche di De Gaulle con .quelle di Pétain. Ora finalmente tutto questo si va facendo evidente, allorché si vedono vecchi collaborazionisti, reduci della Legione dei volontari contro il bolscevis•mo o della Gestapo francese, che fanno il segno a « V » dei gollisti e garantiscono il servizio d'ordine nelle manifestazioni del nuovo regime, quando non siedono addirittura al governo con la posizione di consiglieri _c_omeil •signor Pinay. Ecco così l'identificazione del nazismo con la Germania, la valutazione Biblioteca Gino Sia.neo

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