Industria e classe operaia 773 di produzione si trasforma, grazie alla sua mentalità burocratica, in centralizzazione. Questa appare cosf come la promotrice della socializzazione dell'azienda, come una premessa di indispensabilità, e nello stesso tempo si presenta come una negativa che ha bi~ogno, come una lastra fotografica, ·di un rivelatore perché possa cambiare di segno e trasformarsi nel suo contrario, la socializzazione. Evoluzione del macchinismo e società globale. Nel corso della fase A, osserva il Touraine, l'operaio aveva una fisionomia professionale; i suoi rapporti con la macchina erano sufficientemente complessi e tali da costituire un mestiere, il lavoro costituiva il campo di applicazione della sua abilità e delle sue capacità inventive. Nel corso della fase .B, invece, la macchina ha assorbito la professione produttiva dell'operaio; questi, spesso, si limita semplicemente ad alimentare la macchina, a essere « la _maschera>> dell'automatismo che s'annunzia. Questa flagrante opposizione fra le fasi A e B, che ha il merito di mettere in evidenza una certa evoluzione dell'industria, è tuttavia schematica e alla fine nasconde i tratti permanenti del macchinismo. In effetti, per quanto concerne il carattere sociale del lavoro industriale gli autori del secolo scorso già si preoccupavano di quelle che Georges Friedmann chiama le caratteristiche dell'abilità professionale operaia. Andrew Ure~ economista inglese che si mette dal punto di vista dell'imprenditore, scrive nella sua Filosofia delle manifatture del 1835: « Là dove un procedimento qualsiasi richied_e molta destrezza e una mano sicura, il processo stesso viene sottratto- al braccio dell'operaio, troppo abile e spesso incline a irregolarità di vari generi, per àffìdarlo ad un meccanismo particolare e- cosf ben regolato che basta un ragazzo a sorvegliarlo». E Ure, di cui Marx ammira la perspicacia nel Capitale, aggiunge « ... piu l'operaio è abile e piu egli diviene indipendente ed intrattabile e per conseguenza meno adattabile ad un sistema meccanico in cui i suoi scatti capricciosi possono provocare danni considerevoli. La grande preoccupazione dell'industriale d'oggi è quella di combinare la scienza con i capitali e di ridurre la mansione operaia all'esercizio della vigilanza e alla rapidità» (citato da Marx). Ure legava quindi le « caratteristiche dell'abilità operaia» alle necessità sociali e tecniche come le vedeva l'imprenditore del suo tempo, e individuava cosf un carattere fondamentale del capitalismo industriale: la sottomissione dell'operaio alla macchina, la dominazione del lavoro passato, reificato, sul lavoro presente, vivo. È in questa luce che ogni arricchimento del macchinismo appare come un impoverimento, una alienazione piu grande dell'operaio. La macchina si carica d'umanità, riflette l'universalità, assorbe la scienza e la sensibilità umana, e nello stesso tempo storpia l'operaio, lo trasforma in un suo annesso, in una cosa. Ma ciò non è comprensibile se non in una 49 Biblioteca Gino Bianco
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