Passato e Presente - anno I - n. 6 - nov.-dic. 1958

Industria e classe operaia 771 Lavoro operai·o ed evoluzione dell' industri"a. Il macchinismo e la qualificazione operaia attuale dunque, _secondo l'autore, non si spiegano che in una prospettiva storica. Ma il problema non è lo . stesso anche per la fase A? Lavoro parcellare, raggruppamenti meccanici, mestieri che si dissolvono nei rapporti sociali, problemi tutti che il Touraine studia nella fabbrica d'oggi, preoccupavano anche gli autori di un secolo fa 1 • A tale proposito si trovano in Marx analisi di straordinaria attualità. Nel Capitale Marx ci mostra come, nei confronti della manifattura, r officina rappresenti nello stesso tempo un raggruppamento meccanico e una parcellarizzazione piu profonda del lavoro. L'utensile fa ormai parte della macchina: fintanto che l'operaio lo maneggiava direttamente il lavoro conservava qualcosa della sua antica unità, fosse soltanto il contatto molto piu diretto con la materia 1a trasformare. La divisione spinta all'estremo nella manifattura era « soggettiva>> - cos1 Marx la chiama - ciascuno degli operai, cioè, poteva fare quasi ogni lavoro. L'officina, invece, rappresenta un sistema di produzione « oggettivo»: le macchine sono concepite le une in funzione delle altre, e l'operaio deve adattarvisi. Il lavoro su ogni tipo di macchina deve essere imparato, e separa l'operaio dai suoi compagni. Ma nello stesso tempo le macchine sono legate organicamente dalla logica della produzione. La cooperazione nel lavoro diviene una necessità; l' « operaio collettivo » si è definitivamente sostituito all' « operaio individuale ». Il lavoro in fabbrica crea cosi una comunità umana profondamente originale. L'avvento dell'inqustria · non è perciò caratterizzato dalla sparizione degli antichi mestieri artigiani, poiché questi si erano già dissolti nelle relazioni sociali della manifattura. La realtà è dunque che Yindustria presenta fin dalla sua nascita caratteri che si ritrovano in tutto il corso della sua storia. Il modo di produzione, basato sul macchinismo da una parte e sulla separazione fra concezione ed esecuzione del lavoro dall'altra, è sempre in tutti gli stadi ed in tutti i periodi, rigido, « oggettivo », e per ciò stesso sociale, nel senso che implica un certo grado di cooperazione nella produzione. Aprendo la porta della fab1 Alain Touraine fa iniziare il suo studio dalle ultime due decadi del xix secolo; ma il suo studio, che è storico, appartiene ad una storia che non si colloca nel tempo. Infatti, data la n1ancanza di documentazione, egli non ha potuto ricostruire l'evoluzione propriamente detta della tecnica e dei mestieri alle Officine Renault. In realtà egli ha approfittato della diversità eccezionale dei reparti di que~ta officina gigante, che mette attualmente. sotto i nostri occhi tutte le fasi della tecnica moderna cosf come le corrispondenti tappe della qualificazione operaia. Solo questo metodo egli poteva adottare, ed esso a fianco degli inconvenienti presenta vantaggi indubbi. Pertanto è un fatto che l'autore non si è collocato !1ell'atmosfera delle officine del 1880, forse è per questo che egli non può dirci 1n che misura l'evoluzione da lui osservata attualmente caratterizzi in maniera corrispondente le fasi passate del lavoro industriale·. Bi_bli0tecGa ino Bianco

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