Recessione e M.E.C genze che si manifestano, vanno confrontati alle implicazioni della situazione reale. La situazione demografica europea è passata da una distribuzione per classi d'età con forma a piramide, la forma classica, ad una forma di distribuzione a campana. Cioè le classi piu giovani sono numericamente inferiori a quelle che immediatamente le precedono. La popolazione tende ad invecchiare. Da questo, oltre ad una necessità di tecnici che è generalizzata per piu paesi, potrebbe nascere - e se ne hanno i primi segni - la necessità di mano d'opera anche non qualificata, anche di mano d'opera a livello bracciantile. È forse il caso di ricordare che anche gli indici di natalità italiani scendono rapidamente. Anche nei paesi del Mezzogiorno (della Calabria, per es.) la natalità scende oltre ogni previsione. Ciò comporta fattori negativi e po- . . . s1t1v1. Come si sa, per tornare al punto, è meglio non farsi subito troppe illusioni sulla libera circolazione delle persone entro il M.E.C. Ad esempio, benché nei trattati sia sancito il diritto di residenza, occorrerà vigilare perché non si ripeta il fenomeno che si verificava quarant'anni fa quando 500 mila italiani lavoravano otto mesi in Germania, per quattro non lavoravano e da vecchi - cioè quando la loro produttività era finita - pesavano sull'economia italiana. Bisogna prospettarsi anche la probabilità che dapprima gli altri cinque paèsi tentino - e la cosa è fattibile, ma con limiti di tempo e di misura - di introdurre innovazioni risparmiatrici di mano d'opera. Nessuna pera matura ci cadrà in bocca. Questo sia detto anche per i salari. In generale le prospettive sono per il miglioramento: il nostro paese ha bassi salari. Nel solo settore tessile i nostri salari sono inferiori sino al 40 % a quelli degli altri cinque paesi. Oneri sociali correggono il dato, ma in Francia gli oneri sociali sono ancora maggiori. Tutto questo non ci garantisce certo dei risultati automatici. Gli industriali tenderanno a far pesare sui lavoratori i costi di trasforma zione. Già si creano paralleli tra competività e bassi salari, ma noi sappiamo che - all'interno del Benelux - il Belgio, con salari del 30% piu alti (l'Italia poi è lontana da simili situazioni), esporta verso l'Olanda il 50-60 % in più di quanto l'Olanda esporta verso il Belgio. Non soltanto il fattore « capitale per addetto)), ma anche altri fattori di organizzazione industriale correggono le analisi semplicis.ticamente limitate al fattore salariale. Sappiamo che piu elevati salari dànno cop.sapevolezza alle masse e permettono conseguentemente la qualificazione generalizzata della mano d'opera, fattore di progresso. Elevati salari dànno solida base interna di mercato alla nostra industria, una base necessaria sempre e indispensabile in certi casi (vedasi il caso della industria tessile). . Ma le argomentazioni, ovviamente, contano meno dei rapporti di- forza, Bi_bli9tecaGino Bfanco
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