Recessione e M.E.C Un esempio di polverizzazione: in prov. di Cremona su 22 mila aziende agricole, ben 17 mila sono inferiori ai 5 ettari. Ciò si connette ai problemi di popolazione addetta all'agricoltura. Dove l'industria si sviluppa si rovescia la problematica delle altre zone: in prov. di Milano, ad es., nella maggioranza dei comuni la lotta per l'imponibile di mano d'opera non è piu attuale e vengono alla ribalta problemi di specializzazione, si lamenta mancanza di mungitori e di trattoristi. In prosieguo forse saranno questi i problemi della nostra agricoltura. Per ora tuttavia altri hanno maggiore urgenza. In generale si deve dire che l'agricoltura italiana è gravemente disorganizzata. Non insisteremo su quello che è stato di recente chiarito a molti a proposito di produzione di olio in Italia, ma per esempio per il latte, eccettuato il lodevole esempio della centrale municipalizzata di Milano e una centrale affidata ai produttori (anche qui abbiamo delle riserv,e), la trasformazione del latte o la sua lavorazione è affidata ad industriali che gravano negativamente e sul consumatore e sul produttore di latte con effetti negativi sull'economia in generale. Le importazioni funzionano da mezzi di manovra per questi indu~triali. Questo mentre si profila un'agguerrita concorrenza olandese, che si dice abbia già risolto il problema di conservare il latte per trasportarlo in Italia e venderlo a prezzi nettamente inf~riori a quelli della produzione nazionale. Ed ancora, per il vino, di frÒnte ad una produzione francese ottenuta da produttori-agricoltori organizzati e in grado di fornire una vasta gamma di~vini tipici, il nostro paese ha ancora larghe produzioni di vini atipici, agricoltori disorganizzati alla mercé di industriali che, come nel caso del latte, sacrificano la produzione e le possibilità di massimo assorbimento, 1nentre il çonsumatore è costretto a sorbire indescrivibili bevande che si direbbero prodotte da poco meritevoli industrie produttrici di inchiostri. Migliori prospettive nel settore ortofrutticolo. L'Italia è il piu forte paese esportatore del mondo di ortofrutticoli freschi. Malgrado ostacoli e minacce concorrenziali insorte o insorgenti, non mancano i buoni risultati: per es., ancora dieci anni fa poche migliaia di quintali di uve da tavola e lattughe si esportavano in partenza dalla Puglia per il nord-Europa, ora si esportano rispettivamente 750 mila e 450 mila quintali. A chiusura del dibattito parlamentare sul bilancio dell'agricoltura il ministro Ferrari-Aggradi ha anche ricordato le favorevolissime prospettive promesse da studi dell'università di Kiel. Nel quadro sono sacrificate però alcune produzioni dell'Italia settentrionale, ad es., le pomacee. Con la C.E.E. escluderemo dal M.E.C. certe zone produttrici come Spagna e Portogallo, ma dovremo competere con i territori di oltre-mare francesi. A parte l'esame all'ingrosso dei settori e le esemplificazioni, è chiaro che tutti i problemi si connettono. Quelli dell'agricoltura e dell'Jndustri~ si connettono tra loro e con quelli del commercio. Per questi è certo che il M.E.C. BibliotecaGino Bianco
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