Recessione e M.E.C 755 parte democratica. Tali compiti si prospettano anzi gravosissimi per ridurre le sofferenze umane che certe trasformazioni comportano, specie se la classe dirigente riuscisse a condurre con tutta tranquillità la sua operazione evitandone il costo. In questo senso la riunione dei sindacati aderenti alla F.S.M. dei sei paesi della e.E.E. è arrivata tardi. E sarebbe anche arrivata male se fossero malauguratamente prevalsi propositi piu agitatorii che di azione consapevole. Si è altre volte detto che il problema era di creare strumenti e di concordare propositi tra le forze democratiche dei sei paesi, che sono dispersivi gli atteggiamenti che discendono dal comodo muro del no assoluto. Gli strumenti prospettati dovrebbero essere di quelli che al di là delle previsioni sanno reagire agli avvenimenti. Forse questo è troppo pretendere. Ma se questi effetti di periodo breve esaminati ora, che col meccanismo _esaminato possono scontarsi sul periodo lungo, sono pressocché decisivi nei riguardi dei compiti che incon1bono sul prossimo futuro dei partiti e dei sindacati democratici, non dobbiamo trascurare gli effetti in profondità dei fatti che il M.E.e. con probabilità .sarà per produrre tra poche settimane. Un esame generale ci i1npone di parlare della complementarietà che esiste tra le economie dei sei paesi della e.E.E. Una complementarietà relativa: il co1nmercio interno dei sei paesi assorbe il 31-35% degli scambi dei paesi stessi. In generale i « sei >> importano materie prime ed esportano prodotti finiti. Caratteristica dei paesi evoluti, che di per se stessa riduce le possibilità di complementarietà. Esaminiamo piu dettagliatamente. Per l'industria è importante esaminare le prospettive energetiche. Qual è la situazione italiana? Per il carbone la C.E.C.A ha pareggiato la situazione dei « sei >>. (Mi si consenta di scrivere qui che non si è esaminato il car~one come indice congiunturale perché esso è coinvolto in fatti di struttura e come indice ciò ne ridurrebbe la significatività). Il sottosettore delle ligniti - a stare a tecnici cui i non-tecnici del caso debbono attenersi - potrebbe essere molto meglio sfruttato in Italia. La Repubblica Federale Tedesca sembra sia un buon esempio sotto questo aspetto. Per il petrolio è noto che il nostro paese ha notevolmente espanso la sua industria trasformatrice, nel dopoguerra, sino ad avere un successo di capacità produttiva. Una simile industria di trasformazione - che esporta anche molto - ha evidentemente un problema di approvvigionamento. Possiamo dire che è stato positivamente affrontato dall'azienda di Stato, che in questa azione positiva è stata appoggiata a sinis_tra come lo è nelle sue azioni positive, ma non è detto che le azioni dell'industria di Stato $iano sempre tali. È noto, comunque, ciò che si è fatto nell'Iran, in Egitto, in Marocco, ecc. Dall'Egitto co1ninciano ad arrivare ora consistenti quantitativi di greggio. Si è accennato alle esportazioni. Esportiamo relativamente piu benzina che olii pesanti, perché utilizziamo a fini industriali l'olio pesante e non Biblioteca Gino Bianco
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