Passato e Presente - anno I - n. 6 - nov.-dic. 1958

, 754 Giuseppe Palermo-Patera superiore a quella del primo semestre del 1957. Lo sforzo di rammoderna1nento. degli impianti appare evidentemente collegato all'entrata in vigore del M.E.C. ». Dal lato delle dispersioni ci sono fenomeni di disoccupazione per ammodernamenti produttivi. Certi fenomeni come questi non sarebbero esclusi da un'assenza delle prospettive del M.E.C. Ma non si può escludere che tali prospettive in qualche misura non aumentino quantitativamente il fenomeno. Non discutiamo se sia un male o un bene. Queste cose hanno il cattivo gusto d'essere dei fatti. In generale, se è comprensibile l'odio istintivo per la macchina che a breve periodo crea disoccupazione (ma « a lungo periodo siamo tutti morti ))' disse un grande economista), non dobbiamo dimenticare di ripetere che se la classe lavoratrice aspira, come aspira e con buoni titoli, alla direzione del paese, non deve dimenticare, come talvolta si fa, che la macchina di per sé nasce ad ausilio dell'uomo, anche se nell'attuale sistema a breve periodo lo umilia. L'esperienza della C.E.C.A ci ricorda una disoccupazione di breve periodo di 8.000 lavoratori siderurgici, in connessione al piano Sinigalia. Se ciò dovesse ripetersi settore per settore col M.E.C., dato che questo coinvolge subito una serie di settori, anche se non tutti i settori, potremmo metterci le mani nei capelli. Ma la stessa ampiezza della gamma dei settori autorizza a pensare a fenomeni meno massicci, per la stessa difficoltà di alimentare i processi di approfondimento del capitale. Ma, per trarre conclusioni, occorrerebbe fare una sorta di somma algebrica tra gli effetti di immissione e quelli di dispersione. Potremmo avere timori se l'inizio dell'integrazione coincidesse con una situazione statica. Ma le immissioni dovrebbero superare le dispersioni in situazione dinamica, poiché i meccanismi di moltiplicazione e di accelerazione dovrebbero rendere piu rapido o, comunque, meno lento il processo di riassorbimento delle. dispersioni causate da una ridotta presenza nella circolazione economica di una massa di consumatori. È facile dire, dopo queste premesse, che siamo addirittura su livelli produttivi stazionari o che sono stati al ribasso. Debbo ·chiarire che, ai fini di quello che ho detto, nel concetto di dinamicità comprenderei i fenomeni di ripresa dopo la fase di crisi, anche se il sistema non ha raggiunto i livelli produttivi precedenti. Ciò muta il colore della prospettata possibile obiezione. Di fatto la· stampa tedesca di parte monopolistica chiede un accelerament-0 del M.E.C. per accelerare la ripresa. Ciò può essere significativo. È vero che i nostri interessi non sono quelli dei monopoli tedeschi, ma sino ad un certo punto è anche vero che siamo sulla stessa barca e certi problemi interessano noi come i monopoli tedeschi. Forse questo è il caso. L'avere parlato di <e periodo breve >> a proposito delle accennate dispersioni, proprio in base alla considerazione secondo la quale « a lungo periodo siamo tutti morti», non esclude compiti di lotta per i partiti ed i sindacati di Biblioteca Gino Bianco

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