\ 75° Laura Conti Ancora adesso siamo infatti ·costretti a riscontrar.e, nelle impostazioni che la CGIL dà alla propria politica di sicurezza sociale, una grande incertezza e insufficienza. Si veda il già citato documento della CGIL Per l' attuazione di un sistema di Sicurezza Soc1:aze, nel quale si può riscontrare la presenza di un solo elemento veramente innovatore, qualitativamente positivo e progressivo, e cioè la proposta cli un Servizio Sanitario Nazionale, autonomo rispetto alle attuali strutture previdenziali, democraticamente decentrato e finanziato con finanziamento fiscale. Ma, di fronte a questo elemento positivo, quante lacune e quanti errori, e quanto gravi! Non ne accenneremo qui che due: da una parte il totale oblio in cui questo documento lascia quello che è il piu grave problema della sicurezza sociale in un paese capitalistico, cioè il problema della disoccupazione (complicato, in Italia, dall'esistenza di una vastissima disoccupazione strutturale come sottofondo alla disoccupazione frizionale e ciclica); e d'altra parte - ma già si è rammentato - il totale oblio in cui viene lasciata l'esistenza dell'attività assistenziale, che peraltro pone problemi ancora piu vasti e urgenti di quelli dell'attività previdenziale. Dei due problemi - quello assistenziale e quello previdenziale - viene tralasciato il piu vasto e il piu grave. E nell'ambito delle questioni previdenziali viene tralasciata la questione piu spinosa, che è quella dell'assicur~zione contro la disoccupazione. Dopo tanti anni di pressoché totale carenza di una politica che non si limitasse a un semplice aumento quantitativo di questa o quella prestazione (aumento generalmente divorato dal progres-sivo rincaro della vita) o ad una meccanica estensione delle misure previdenziali a nuove categorie (estensione che è risultata troppo spesso piu formale che sostanziale), dopo tanti anni di una politica dettata dalle occasioni e dalle contingenze, il problema di una linea coor.dinata e coerente è ancora, non dico da risolvere, ma addirittura da impostare. Non soltanto non sono state date le giuste risposte, ma non sono state neppure poste le giuste domande. Quale dovrà essere la fisionomia di un. servizio di sicurezza sociale in Italia? quali devono essere le fasi graduali di attuazione? quale azione si deve svolgere per coprire le prime tappe di tale gradualità, rJspettivamente sul terreno legislativo, sin.. dacale, amn1inistrativo, e di formazione dell'opinione pubblica? Questi sono, a mio parere, gli interrogativi che ancora le organizzazioni sindacali e politiche ;11onhanno affrontato con giusto metodo. E che tuttavia dovranno prima o poi affrontar,e, se vorranno fare, della lotta per la sicurezza sociale, qualcosa di piu che un'occasione di agitazioni e uno strumento di propaganda. Se vorranno, cioè, inserirla nel quadro di un'alternativa democratica, e di sviluppo sociale, da offrire al paese. LAURA CONTI Biblioteca Gino Bianco ·
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