Passato e Presente - anno I - n. 6 - nov.-dic. 1958

I nehiesta su una parrocchia 737 zione in senso piccolo proprietario. « Oramai qui a San Lorenzo a Monte tutti pensano ai miglioramenti che . il comunismo può dare, ma non alle grandi trasformazioni. Perché se capitavano subito, allora tutti potevano sperare di avere il podere in proprietà, ma adesso, visto che non si può piu · avere, si dice per la rabbia che si ha: " Che cosa importa se il comunismo viene con la dittatura e porta via la terra e la dà allo stato, come dicono loto? Bene~ che sia pure dello stato, la terra; cosf non sarà la nostra, ma neppure dei nostri padroni! " » Infine, il ridimensionamento degli agrari e il metodo per tradurlo in pratica: « Ai grossi, come Palloni, la terra bisognerebbe portarla via senz'altro, ma ai piccoli come si fa? Se mai, il comunismo, ai padroni, dovrebbe stancarli, senza abolire la proprietà. Allora i padroni andrebbero via e lascerebbero i fondi, come adesso loro stancano i contadini e li costringono ad andare via. Poi ci sarebbe la mutua, dei circoli, la farmacia, e il prete, con la paga che gli basti e sempre a disposizione in chiesa ». Come si sarà notato il prete viene raramente dimenticato nelle testimonianze rese dai contadini. Il prete è un elemento , saldo della compagine sociale e della vita spirituale di ciascuno. Un comunismo senza prete non è concepibile. Si avversa il rappresentante della chiesa, ma per colpire piu in alto, perché è caratteristica dell'evangelismo contadino la distinzione tra chiesa dei ricchi e chiesa dei poveri, cosf come la assimilazione di temi evangelici allo stato fluido che importano la contrapposizione fra Vangelo e èhiesa, fra clero attuale e Vangelo, fra insegnante di Gesu e clero. Spinto, in fondo, da tale antagonismo il contadino membro della «Vincenza», come si è visto, aveva sentito isterilirsi dentro di sé ogni entusiasmo caritativo, dopo alcune esperienze di agapè cattolica. 11 comunismo, come protestantesimo delle masse rustiche, acuisce poi l'avversione anticlericale non tanto perché il prete locale sia vistQ sotto la specie del padrone - ché anzi il prete di campagna è legato ai contadini per la comune esistenza squallida e grigia - quanto perché il prete è simbolo di un enorme esercito invisibile ma reale di «commilitoni» i quali con il peso del loro voto fanno pendere sempre la bilancia dalla parte avversa. A San Lorenzo a Monte i contadini fanno ascendere a cifra iperbolica il numero dei preti, dei frati e delle monache in Italia. Dai due ai cinque milioni, il numero subisce incrementi tanto piu sensibili quanto maggiore è l'astio che essi provano verso una politica di governo che da quei milioni di voti trae forza durante le consultazioni elett(,rali, lasciando in minoranza i partiti di sinistra. Quanto al resto - cioè sul piano religioso - il prete o i preti non sono sentiti come una forza anacronistica, come un mondo a parte. Sono al contrario sentiti come necessari e nella veste celibataria che la <liscpi lina controriformistica ha loro stabilmente assegnato. « Un prete che avesse la moglie? ! - esclamano i compagni contadini al Progresso, - qualche volta si parla per scherzo di questo, ma non lo vorrebbe nessuno. Diciamo : sarebbe proprio bella! Biblioteca Gino Bianco

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