' Liliano raenza socialista nei confronti del comunismo è vista dunque dal mezzadro cattolico, sul piano della riforma agraria, come affittanza in opposizione al collettivismo integrale. Le dichiarazioni si susseguono, ribadendo gli stessi concetti, con varianti non originali. Parla un altro mezzadro elettore cl.e., che ha superato i quarant'anni: « Qui, invece del prete, ci sarebbe Togliatti, ci sarebbe una cosa governativa come nelle ferrovie, a noi ci pagherebbero come giornalieri o a quindicina come gli statali. Niente terra in affitto, questa è una cosa strampalata >>. Senza pro~eguire in una successione di risposte che sarebbe, in fondo, una ripetizione analoga a quella fatta rilevare a proposito delle risposte comuniste, e prima di concludere, può essere di un certo interesse il pensiero di alcuni contadini che non si occupano attivamente di politica e che non votano comunista. Il comunismo cosi come lo vorrebbero loro presenta ingenuità e contraddi~ioni ed è, dopo tutto, la stessa società contadina capitalistica riformata nelle sue piu stridenti disuguaglianze. « Con il comunismo ci sarebbe piu luce tra noi, cioè si starebbe meglio, - essi dicono, - tutte le spese e i contributi li pagherebbe il padrone. La parte che va al contadino sarebbe piu alta. Allora noi potremmo prendere degli operai e fare sette otto ore al giorno anziché quindici e piu, come ci tocca fare quando viene marzo. Ci sarebbero i padroni e i contadini. Noi saremmo mezzadri come prima, il comunismo non dovrebbe portare via la terra a tutti i padroni, ma solo ai grossisti, non ai piccoli con due o tre fondi soltanto >>. Lo si potrebbe definire il comunismo dei morbidi, quello enunciato ne_lle poche righe precedenti, un comunismo che non vuole la scomparsa definitiva del vecchio padronato ma solo il suo ridimensionamento « onesto >> a differenza del comunismo dei duri i quali vogliono la creazione di una classe di coltivatori diretti che soppiantino gli attuali proprietari grossi e piccqli. La descrizione piu dettagliata si coglie nella dichiarazione che segue: « Ci vorrebbe un comunismo che in chiesa ci andrebbero quelli che si sentono. Per- le bestie, basterebbe uno nella stalla, l'altro andrebbe nel campo. E se non bastassero le forze per mandare avanti il pode're, il partito dovrebbe passare lui le opere a sue spese, ché ade~so il contadino le opere le deve pagare lui. A noi ci dovrebbe dare la nostra percentuale, cioè una ·paga, e il raccolto potrebbe prenderselo anche lo stato. Anche il padrone avrebbe la sua percentuale perché la terra è la sua e deve pure mangiare anche lui, no? L'abolizione della proprietà non ci sarebbe, perché in Italia c'è il papa. Prendere la terra in affitto, no, non ci sarebbe la convenienza, perché l'affitto ti manda alla rovina. Il fattore ci sarebbe anche lui, perché è un perito, solo che avrebbe anche lui la sua paga come noi >>•. Lò statalismo come soluzione vendicativa, cui abbiamo fatto cenno nel capitolo II, è prospettato a questo punto in base ad una sensazione oramai diffusa dell'impotenza del partito a modificare i rapporti· sociali di produBiblioteca Gino Bianco · .
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==