Passato e Presente - anno I - n. 6 - nov.-dic. 1958

Inchiesta su una parrocchia 731 di proprietà, o il che è lo stesso, di appropriazione privata integrale della rendita agraria: « Con il comunismo, - egli dice, - io mi vedo contadin0 come adesso, perché a me mi piace fare il contadino. Però si lavorerebbe di meno che adesso, perché ci sarebbe un lavoro piu organizzato. Cosf sarebbe per me nei giorni che si lavora. Di festa, col comunismo, io potrei andare a fare qualche passeggiata. La mattina lavorerei di meno, sempre per via del comunismo. I poderi sarebbero un po' piu piccoli che adesso, perché quelli di adesso sono troppo grandi. La parte in piu potrebbe ingro·ssare i poderi piu piccoli. Il prodotto sarebbe tutto del contadino, al padrone non andrebbe piu niente. Il prete ci sarebbe sempre, per dare delle spiegazioni, per fare degli incartan1enti, non so.... una telefonata quando si ha bisogno e poi per dire la messa >>. Questa idea di una redistribuzione della terra, di una perequazione -delle superfici poderali, ricorre anche nel programma agrario di un piccolo proprietario comunista. In San Lorenzo a Monte non esistono grandi proprietà, ma soltanto poderi di media estensione, e tuttavia i contadini sostanzializzano il loro concetto di giustizia sociale secondo il criterio del prendere a chi ha il superfluo per dare a chi ha meno del necessario, in relazione sempre al nucleo familiare. Se il comunismo dei mezzadri è aspirazione alla proprietà privata della terra su cui lavorano, quello dei piccoli proprietari è aspirazione ad un ingrandimento di quella proprietà, quando sia troppo pi~cola, è diminuzione dei gravami fiscali e delle spese di produzione. « Sono comunista per stare un po' meglio, - dichiara un piccolo proprietario ammogliato con un figlio di circa dieci anni, - tutti qui vogliamo star meglio. Il mio podere è piccolo, di sei ettari, e, ce lo siamo avanzato io e i miei vecchi sgobbando dalla mattina alla sera. Ci sono le tasse: per me sono 40 ooo lire all'anno. Ma se venisse il comunismo o ci fosse già, io mi vedrei sulla terra come adesso, solo che a me mi ingrandirebbero il podere prendendo un po' di terra da quei poderi che sono piu grossi. Avrei meno tasse da pagare, certo. E anche i concimi chimici piu bassi. Adesso c'è lo sfruttamento della Montecatini. Col comunis1no, non dico, ma per lo meno i concimi si dovrebbero pagare la metà di meno, non so, 2500 anziché 5000 lire al quintale >>. Con le citazioni riportate qui sopra abbiamo dato, salvo poche sfumature e varianti, l'idea di ciò che significa il comunismo per i contadini comunisti della parrocchia. Ogni ulteriore testimonianza equivarrebbe a quelle che abbiamo trascelto come campione e non altererebbe il quadro nel suo insieme. Ne ricalcherebbe soltanto le linee rendendolo monotono. Dove c'è invece mutazione notevole di visuale circa gli aspetti della società futura e il modo di vita che essa comporta è nel settore femminile della popo}azione parrocchiale, tra le donne sposate o nubili, comuniste o non. Le loro rispbste sono pressoché uguali e non dimostrano aspirazioni o capacità di vedersi collocate in un ambiente diverso da quello in çui viBiblioteca Gino Bianco

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