, Liliana r·aenza PCI per diventare padroni del ·fondo. Io parlo con tutti i compagni di San Fortunato, di San Martino in Venti e qui di San Lorenzo a Monte: tutti abbiamo la stessa idea: il podere nostro. Se fosse nostro renderebbe di piu. Col comunismo ci sarebbero i trattori, le mietilega, e si farebbe molto meno fatica. Si lavorerebbe otto ore al giorno, magari dieci, toh !, ma adesso ti tocca farne sedici d'estate, alzarti alle tre, alle quattro, per le viti, il grano, l'acqua alle viti da preparare, non ti credere che non ci sia da faticare ... con questi qui, i trattori ci sono, sf, ma costano un accidente e non si può fare tutte le prese (i campi) con il trattore. Bisogna farne un po' con le bestie, per risparmiare la spesa, e si fatica. Col comunismo, poi, nei giorni di festa si andrebbe al cinema, al teatro, al caffè, si conoscerebbe un po' la vita degli altri. Anche il prete ci sarebbe, ma sarebbe il vero sacerdote che non fa piu politica e noi andremmo tutti alla messa. Tutto que~to è per noi la vera libertà, che la può dare solo il comunismo ». Anche in questo « affresco >>,t~acciato secondo misura, manca una pennellata: quella della scuola. L'educazione non è esigenza spontanea del contadino. Solo sotto lo stimolo riflesso di un preciEo suggerimento al riguardo, la lacuna viene colmata: « Già, la scuola, me l'ero dimenticata, ma ci sarebbe, certo, col comunismo. Ognuno studia secondo la scienza, andrebbe avanti sino che può, a conto dello stato >>. Un ex-mezzadro, ammogliato senza figli, di circa cinquant'anni, assiduo di radio Praga, ora diventato piccolo affittuario, ricalca alcuni elementi del quadro, che ci è abbastanza noto ora, aggiungendovi una precisazione, che è di grande interesse per noi, perché ci pone di fronte ad una distinzione interessata che chiarisce senza equivoci i limiti del comunismo contadino: « Con il comunismo, da noi, ci sarebbe piu attrezzatura agricola, piu bestiame, piu produzione nella terra. Le viti sarebbero alte due metri, e non basse come adesso. Perché sarebbe come per le bietole. Una volta dicevano che non sapevano _fare a coltivarle e poi, due anni fa, quando è venuto un professore di Ferrara ha dato un'occhiata prima della premiazione e ha detto: " Hai visto che anche i contadini riminesi sanno coltivare le bietole? " Anche con le viti sarebbe la stessa cosa, sta' sicuro. ·La terra sarebbe dei contadini, o in proprietà o in affitto e il prete in chiesa a dire le sue messe, senza intrigarsi di nessuno e di niente. Ecco, il comunismo, come sarebbe, - prosegue il piccolo affittuario, - un comunismo senza la dittatura, non come quello russo. Ah! perché, cosa credevi? Aspetta, aspetta un .momento: sf perché anche per noi il comunismo russo è una dittatura, tutto allo stato, via, porta via tutto ai contadini, tutto. Madonna! Ma il nostro comunismo è un altro. Quello russo va bene per loro, il nostro è diverso: il prete sf, la mes~a sf, il grano tutto per noi. Questo è il comunismo senza dittatura, come intendiamo noi, qui in campagna>>. Non dissimile dai precedenti il pensiero di un elettore comunista, sposato, poco più che trentenne. Anche per lui la rivoluzione sarebbe una questione Biblioteca Gino Bianco-
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