Liliano J:.·aenza sempre, in genere; le considerazioni del modesto dirigente del Progresso. Meno drastica e perentoria di quella dei suoi compagni di San Lorenzo a Monte, la sua ipotizzazione di una débacle della classe operaia privata della sua rappresentanza di avanguardia: « Se il partito non ci fosse oggi, con la caduta del fascismo, io penso che non staremmo diverso di adesso. Magari si voterebbe per il socialismo, oppure se non ci fosse neanche quello, per i socialdemocratici. Qualche mezzo per lottare ci dovrebbe essere, si dovrebbe trovarlo, sempre se ci fosse la libertà. Vedo che ci sono tanti paesi che non hanno i comunisti in casa, eppure i lavoratori fanno dei progressi lo stesso. Ah! certo, non farei come quel mio compagno dove lavoravo prima, che un giorno discutendo diceva che secondo lui solo i comunisti fanno gli interessi degli operai e che gli altri partiti sono tutti traditori. E allora io gli ho domandato: " Se i comunisti non ci fossero piu a chi daresti il voto te? ", " Alla democrazia cristiana " ha risposto lui. " Bravo! - allora ho dovuto dirgli, - bel comunista che sei, va' là, mi meraviglio. E poi dài dei traditori agli altri 1" » Ma a cogliere nella sua essenzialità l'immagine del mondo nuovo che spinge questi uomini e donne di una parrocchia di campagna a sperare a credere o a votare per il partito comunista, bisogna seguirli nel loro tentativo di delineare, con uno sforzo di fantasia, il tipo di società in cui essi vorrebbero vivere. O meglio, il compito piu limitato ma meno faticoso di dare un gHadro della loro vita contadina in regime comunista, mette finalmente allo scoperto, senza equivoci, le loro vocazioni segrete che si orientano tendenzialmente lungo tre direttrici fondamentali: Casanolo, mezzadri, «quadri», vagheggiano tutti un comunismo su misura, che preme come ideale contro la miserevole realtà entro cui sono costretti a vivere. E tale misura non è esorbitante, non è pretenziosa, non mette a nudo neppure grandi od1 o grandi passioni, e neppure, possiamo dirlo, grandi ideali umani. Malinconica e triste può anzi apparire a chi ~oglia osservare con distacco questa frazione di umanità condizionata dal peso di tutto . un passato che non muore, la società comunista che essi vengono costruendo, nel discorso, con gli elementi della stessa società che li mortifica. Incapace, tranne alcune eccezioni notevoli, di superare l'orizzonte limitato che la conclude, questa popolazione sa dare soltanto la struttura grossolana della parrocchia contadina, cosf come dovrebbe essere, ma non riesce ad introdurvi alcuna connotazione illuminante. Le esigenze spirituali, il comunismo come piu alto co- . stume di vita o fatto di cultura, e non come semplice riforma della proprietà terriera, sono totalmente ignorati. È il primum viver.e che spinge questa gente verso un nuovo domani, piu atteso che èostruito. Si consideri~ ·per esempio, il discorso del giovane trattorista di poc'anzi - non ancora trentenne e celibe - e si veda quale rivoluzione della società· contadina egli riesce a presentarci ·« dopo dodici anni di comunis•mo », nel suo ambiente Biblioteca Gino Bianco ·
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==