, Inehiesta · su una pcirrocc hia fare lei? Leggi l'« Unità» e vedrai cosa dice: L'America si interessa della rocca di San Marino, e la Russia butta il satellite e cerca lo spazio intorno al mondo. Cosa vuoi? Siamo solo 13 ooo abitanti. Adesso quelli di Rovereta ci hanno pagato tutte le giornate perse, dànno cento lire all'ora in piu per il lavoro che si fa, e gli assegni familiari. Intanto, finché celi dànno, prendiamoli». La conclusione è cinica_ e disperante, congeniale purtroppo al carattere non di un singolo soltanto, ma di tutto un agglomerato sociale che non _ha mai conosciuto grandi slanci collettivi. Disperante anche perché l'antisocialismo comunista della base, che è una reazione istinti va suggerita dal timore dell'isolamento del p~rtito-chiesa e del crollo dell'unica trincea eh~ i contadini credono di possedere nelle campagne per sostenere la loro « guerra » difensiva, spinge i compagni ad atteggiamenti senza speranza, all'accetta- .zione sconsolata dell'antica servitu, qualora essi vengano posti di fronte alla ipotesi di una fine del << comunismo >> in Italia. « Se non ci fosse piu il partito, - dicono i mezzadri della base, - ci troveremmo come cinquant'anni fa quando si andava a raccogliere la fava su per i greppi, tra la neve, e poi la si mangiava senza olio. Il padrone? lo vedresti: si porterebbe via tutto il grano e a noi ci lascerebbe il formentone. Ecco che cosa succederebbe! » In una simile prospettiva catastrofica non si inserisce, nell'immaginazione contadina, nessun moto di protesta, nessuna resistenza in difesa dei diritti conculcati. Il che fare? del contadino è una impotente e rassegnata accettazione del fatto compiuto. « Che cosa ci vorresti fare? poverino! bisognerebbe abbassare la testa e star H perché se non ti va cosi, il padrone ti caccerebbe via». Per i semplici non vi sono soluzioni di ricambio, seconde linee di resistenza. O cosf o niente. O il partitò comunista o la morte. Il massimalismo è un comportamento verbale presso questi contadini, che sfocia piu nella rassegnazione che nello spirito rivoluzionario. Anche ai Casetti, tra i giornalieri distaccati dalla terra, prevale solo il senso dello sgomento e dell'impotenza di fronte alla scomparsa, solamente pensata, del partito comunista. « Se non ci fosse il comunismo, o Dio! andrebbe male, ma molto male veh ! le paghe sarebbero una miseria, una disoccupazione da· far paura. Allora? eh!, allora cosa ci vuoi fate, bisognerebbe star H, tenersela, poveri noi, la saria bela (sarebbe bella) ». Soltanto un giovane sarto, non iscritto, ma molto vicino alle idee « avanzate», sentirebbe il. r_itorno della reazione con l'insofferenza e lo sdegno dei lottatori. Ma il suo impulso alla resistenza e al contrattacco sa ancora di ribellismo individuale, di partita che si risolve a due come in una vendetta rusticana che esplode dopo lungo rancore. « Sopporta pure, ma,. dio boia, in fondo in fondo, cioh, quando proprio vedi che non ce la fai piu che non stai piu in piedi, si potrebbe fare un via me o via te. Tanto se si deve morire è meglio che prima, se posso, ti · ammazzo a te no? » Maggi~r senso storico e maturità politica, accompagnano come è accaduto Biblioteca Gino Bianco
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