Passato e Presente - anno I - n. 6 - nov.-dic. 1958

Inchiesta su una parrocchia scienze alla verità, con la certezza di poterlo fare, a buon diritto (ma, forse, questo buon diritto mancava 1 ). In alcune colonie marine, presso Bellaria, diverse centinaia di profughi magiati, uomini donne e bambini, erano stati alloggiati provvisoriamente e trascorrevano le loro tristi giornate con l'animo pieno di risentimento, di rancore e di delusione insieme. L'occidente che avevano sognato, era nella realtà una ben misera cosa. La popolazione dei piccoli centri costieri, dove l'elettorato comunista è prevalente, li guardava con sospetto e qualche volta con disprezzo. L'ospitalità loro offerta era tutta ufficiale. Mancava il calore umano della simpatia e della solidarietà, quello che nasce senza le cerimonie formali alla presenza dei funzionari della chiesa e dello, stato. Un muro di incomprensione dolorosa separava quella povera gente da altra gente che passava accanto ai profughi senza cercare di capire la loro disperazione e la loro speranza e senza comunicare con loro. Gente che avrebbero forse (ma chi può giurare sulla follia collettiva degli italiani?) fatto l'insurrezione come quegli ungheresi se per disgrazia avesse dovuto vivere la tragedia della democrazia popolare in Italia. « Vagabondi e puttane che si dànno per un paio di calzette >>dovevano essere classificati quegli esuli dal popolino della costa il quale aveva dimenticato facilmente come nelle grandi catastrofi collettive le maglie del tessuto umano si logorano facilmente e vanno anche in pezzi. Cosf come era potuto accadere durante l'invasione alleata in Italia e anche nel riminese perno della linea gotica. A San Lorenzo a Monte l'eco di quel verdetto popolare, che suonava disprezzo e · condanna, era stato captato dai semplici che ne avevano fatto elemento di interpretazione dei fatti di Ungheria in chiave « classista >>. « Per forza hanno fatto la rivoluzione là. Quelli che una volta erano signori là, i comunisti li avevano mandati a fare gli operai. Per forza stavano male e ~i sono ribellati. Non sono mica operai come noi, gente che lavora come noi. Sono i padroni di una volta. Non hai visto i profughi? si capiva subito che erano tutti ligere ( erano tutti della leggera). Tutta gente che non ha voglia di far niente, che vuol farsi mantenere senza nessuna voglia di lavorare. Non ne avevano voglia là, e qua lo stesso>>. Il giudizio è aberrante ma non può stupire. Il semplicismo della base comunista che misura i fatti alla stregua della Russia, ne giudica diabolico tutto ciò che le contraddice, non può orientare il pensiero a capire la ragione degli altri, anche quando gli « altri >>appartengono al tuo stesso mondo morale, ma si levano contro il fango che ne deturpa l'immagine. Basta allora "- 1 L'opportunismo dei dirigenti socialisti i quali furono, in questa circostanza, estremamente sensibili all'interpretazione politica dell'apparato comunista e al suo sotterraneo ricatto elettorale, non si dimostrò molto efficace. Gli strascichi dell'incontro di Pralognan e la «controrivoluzione» di Budapest costarono alla Federazione, in quanto macchina per fabbricare voti e consiglieri comunali, la cifra. di 1 i20 voti nel~e elezioni comunali del 31 marzo 19c;7. La minima parte di tali voti andò ai socialdemocratici, la massima (forse piu di 1000) ai comunisti. Biblioteca Gino Bianco

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