710 Liliana }aenza .... blicani nel periodo « eroico >> del comunismo par,rocchiale. « Adesso stavano tutti buoni, - ricorda il dirigente del Progresso, - e rimanevano a sentire i due oratori. Ma Gaddi lo sentivano di piu di V andini, anche se da noi è venuto pochissime voìte. Sf, è vero, - riconosce il comunista, - i comunisti gli hanno fatto la campagna contro, l'hanno dipinto male, ma, in fondo, gli interessava lo stesso di sentire quello che diceva, perché Gaddi c'era anche prima del fascismo, perché è un vecchio antifascista; e poi gli oratori bisogna sentirli tutti e non disturbarli o andare via, come si faceva nei primi . tempi>>. L'attendismo .fideistico faceva accoglier,e senza scosse viòlente alla base le brusche svolte della politica staliniana. Anzi quella politica dura piaceva, perché rendeva quasi piu sopportabile quella altrettanto pesante che all'interno faceva piegare il collo agli sconfitti. Appariva come un atto necessario di ritorsione, un contrappeso alle violenze aumentate di legalità, un lenitivo alle amarezze subite che avevano causato e causavano tanti cedimenti quotidiani. La base accolse quindi la scomunica di Tito come aveva accolto i pr,ocessi per tradimento. Notizie del genere creavano un senso di sorpresa per il loro carattere improvviso, ma la fiducia verso un patere. che riusciva a sventare tante congiure sempre in anticipo, annullava il bisogno di ved~re al di là della spiegazione prefabbricata. Semmai, col tempo, la doppiezza dei semplici avrebbe aggiunto una sua razionalizzazione della vicenda a quella del partito, giustificando, dopo tutto, la politica di un paese dove, al comando, rimanevano sempre degli uomini che si richiamavano -al comunismo. « Sul primo si diceva: "Ostai Tito mette in galera i comunisti! ma guarda un po', chi l'avrebbe mai detto? " Ma poi col tempo si è. cominciato a pensare che lui lavorava da birbo e tutti dicevano: ~, Lascialo fare: lui sta di qua e di là, è una testa fìna lui ". E infatti si è visto che era proprio cosf e che Stalin qualche sbaglio l'aveva fatto, perché Tito le armi dell'America non le prende piµ, è ritornato di qua, e fa un socialismo appoggiato a sinistra. Era un furbo va là ».. L9 stesso atteggiamento di riser,va astuta serpeggiava talvolta quando i « partigiani della pace» cercavano di portare nelle· riunioni contadine una artificiosa e prefabbricata politica di alleanza delle forze borghesi e proletarie contro la minaccia di un terzo conflitto. Perché era proprio il conflitto coreano ad accendere gli entusiasmi della rivincita tra le forze di base che non potevano restituire gli stessi colpi alle forze governative indigene considerate alla stessa stregua di Sig-Man-Ree. Il pacifismo dei partigiani della pace urtava contro il massimalismo ingenuo dei contadini che nella guerra tra Corea del Nord e Corea del Sud vedevano a modo loro una soluzione spicciativa del conflitto tra proprietari e mezzadri, adeguata al ribellismo latente nell'anim-'J di ogni contadino costretto a subire il giogo della proprietà privata altrui. In Core~ non si combatteva una delle solite guerre tra stati, ma una guerra di classi, e per una analoga guerra i contadini amanti della pace sarebbero Biblioteca Gino Bianco
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