Passato e Presente - anno I - n. 6 - nov.-dic. 1958

696 Edward Lipinski economico reale non avviene mai in condizioni di « equilibrio » e di uniformità, è sempre sproporzionale e non equilibrato. Viceversa la conoscenza · della legge dell'equilibrio premunisce il pianificatore dagli sprechi di quei ·fattori della produzione che sono scarsi. Volendo ·procedere alla meccanizzazione e modernizzazione della produzione, gli sarà facile tener presente, in base a questa legge, che gli effetti di maggiore portata si otterranno meccanizzando solo taluni settori della pr.oduzione, e lasciando in condizione di produzione « manuale >>ad es. l'agricoltura o il commercio al dettaglio, oppure intensificando l'industrializzazione solo di talune regioni, e lasciando le altre temporaneamente nella situazione di regioni agrarie. Infatti a causa della scarsità dei mezzi, una industrializzazione uniformemente sviluppata finisce per provocare immensi sprechi di mezzi, la cui scarsità relativa costituisce la caratteristica fondamentale dell'economia. La conoscenza di leggi, pur costruite soltanto sulla carta, relative alla teor.ia dei prezzi e dei ·costi, all'elasticità della domanda e dell'offerta, è perciò utilissima in ogni pianificazione, malgrado sappiamo bene ad es. che qualsiasi calcolo «preciso>> dell'elasticità della domanda riguarda sempre solo il futuro, e che il suo valore· predicativo è limitato. Se in un dato sistema. economico cominciano ad operare nuovi elementi attivi che trasformano tale sistema, la lor.o azione comulativa fino ad un certo periodo va in una determinata direzione, positiva o negativa; tuttavia non si· da origine a forze equilibratrici, a forze che .ripristinano la precedente situazione di «equilibrio». Le situazioni di boom congiunturale o di depressione non hanno durata secolare, ma l'arresto del movimento di sviluppo e il riattivarsi del movimento contrario non comportano per ciò stesso il ritorno al precedente « equilibrio >>.La condizione di stasi, di povertà economica non danno origine automaticamente a forze attivizzanti. Tali forze debbono pervenire dall'esterno, dall'azione stessa dell'uomo. Tuttavia la proble~matica dell'equilibrio, sia statico che dinamico gioca un ruolo decisivo nello sviluppo dell'economia borghese. L'analisi del processo economico inteso come processo d'equilibrio non è contrastante neanche con l'economia marxista, dato che lo stesso Marx distinse le leggi dell'equilibrio dalle leggi del movimento 1 • · È il valore di questo tipo di analisi che deve dirsi alquanto limitato. Cos1 è ·per i modelli «dinamici», ad es., di Hicks, Harrod, Domar. Costoro adottano certi parametri fissi, i cui mutamenti debbono essere opportunamente analizzati, per a-yere una conoscenza possibilmente precisa delle vere « regolar.ità >>dello sviluppo. 1 Nel sistema di Marx troviamo le basi della distribuzione proporzionale dei mezzi ·.fra· i diversi sett?~i 1i. p~od~~fone, regol~ta .dalla legg_edel valor~. Marx toccò il problema dell equ1hbr10 gia ·nella Miserza della ftlosofia ( scrttta nel 1846-47). . I Biblioteca Gino Bianco ·

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