Marxismo ed economia borghese pertanto i costi perdono quella funzione regolatrice che a loro veniva assegnata dalla teoria del valore. Quale è però - a questo punto - il criterio che presiede alla formazione delle decisioni pianificate d'investimento, cioè di distribuzione dei fattori produttivi? Questa distribuzione - sostiene il Lipinski - si realizza in base a considerazioni di ordiae sociale, e, in futuro, si effettuerà sempre piu in base a considerazioni di ordine morale. Ciò permetterebbe di affermare che fra la teoria del valore inteso come erogazione di lavoro sociale e la teoria del valore inteso come utilità per il consumatore, non solo non vi è contraddizione, ma che esse si integrano reciprocamente. E lo studioso polacco a questo punto ricorda che purtroppo la teoria economica marxiana (compresivi gli apporti di Engels) non è stata portata . a compimento. Entro queste premesse che sottolineano l'assoluta novità metodologica richiesta dai problemi dello sviluppo di una economia socialista pianificata, ma aprono al tempo stesso una prospettiva di piu larga utilizzazione dell'apparato scientifico dell'economia tradizionale, il Lipinski, nella parte dello scritto che qui pubblichiamo, cerca di precisare in che senso questa utilizzazione possa avvenire e quale ne sia il significato metodologico. Questo non può consistere nell'accettare il formalismo degli economisti del capitalismo nella determinazione delle regolarità della vita economica, sostituendo costruzioni tecnico-astratte alla ricostruzione di ciò che è storicamente reale, ricostruzione che deve partire dagli effettivi rapporti sociali di un dato sistema economico. Tuttavia si può e si deve distinguere il valore strumentale che, nell'operare sulla realtà. anche di un'economia socialista, possono avere gran parte delle ricerche formali sul reciproco condizionamento qelle grandezze economiche, dalla scarsa rapprtsentatività storica delle costruzioni teoriche entro cui queste ricerche sono organizzate dalle contemporanee correnti economiche occidentali. Per questa relazione diretta, fondata su immediate opportunità di pratica efficienza e non subordinata ad un exequatur ideologico, che l'A. stabilisce fra la teoria economica e· la politica socialista, l'intervento del Lipinski ci è sembrato di un certo interesse ai fini della discussione in corso su queste colonne intorno ai rapporti tra politica ed economia. In particolar modo merita attenzione il rife-- rimento alle conseguenze sperimentate di una rottura reale della relazione accennata nella economia polacca e alla copertura teorica che essa ha avuto in ·quel paese e in altri. Osserva il Lipinski che « i sistemi, le formulazioni economiche possono venire esaminati da que punti di vista: l'efficienza e la dinamicità. dei processi di produzione, oppure il ràpporto fra il proprietario dei mez~i di pro-- duzione e il produttore diretto». Sostenendo l'esigenza - per gli economisti del socialismo - di non trascurare una considerazione separata del primo punto di vista, egli critica come odierna forma di vulgaroekonornie Io scolasticismo insito in una ripetizione annacquata della polemica marxiana di un secolo fa. Secondo questa ripetizione, l'economia politjca non si occupa del primo punto di vista, che sarebbe il punto di vista della tecnologia, ma dei rap,porti sociali fra gli uomini nell'attività di produzione. In realtà, come osserva il L., i processi dli produzione, anche esaminati dall'angolo visuale della loro efficienza e dinamicità, sono sempre forme di rapporti sociali; e discorrendo della loro efficienza e dinamicità si discorre di rapportfi sociali. Lo scolasticismo, col pretesto di rifiutare la tramitazione di formulaziooi scientifiche inficiate da metodi che si riten44 Biblioteca Gino Bianco ....
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