MARXISMO ED ECONOMIA BORGHESE È apparso recentemente sulla stampa economica polacca « Zycie Gospodarcze )), nn. 16-17 e 22 del 1958) uno studio del prof. Edward Lipinski, che insegna storia del pensiero economico presso la Facoltà di Economia dell'Università di Varsav:ia, sul tema Marxismo ed economia borghese, co1ne intervento nella discussione aperta su tale argomento da Oskar Lange in « Polityka )), 1958, n. 9 (se ne può vedere la traduzione italiana in « Politica ed economia )), 1958, n. 3). Di tale intervento diamo qui di seguito una versione dovuta a Dario Tosi. Nel primo articolo (Valore, prezzi, costi), riferendosi alle discussioni che attualmente si svolgono in Polonia fra gli economisti sul tema dei modi di determinazione dei prezzi, il prof. Lipinski esamina il rapporto fra il valore, il prezzo e il costo cosi come si configura nel quadro delle vedute economiche delle scuole marxista e marginalista. L' A. afferma che la concezione marxista dei « prezzi di mercato >> oscillanti intorno al « prezzo di produzione >> ( dato, come è noto, dal costo di produzione piu il profitto medio) in modo da determinare una distribuzione di profitti supplementari o di perdite fra le imprese a seconda che queste producano al di sopra o al di sotto dei costi medi, deve ritenersi una concezione essenzialmente statica, corrispondente ad una economia allo stato stazionario. Essa ha rappresentato un grande passo in avanti nella storia della teoria economica, ma di fronte alle necessità di un esame del fenomeno dei prezzi in condizione di sviluppo dinamico della economia, non può rappresentare che un grado preliminare di astrazione. Analogamente deve giudicarsi la teorica marginalistica secondo la qualè i prezzi sono eguali ai costi nelle imprese marginali. Di qui il Lipinski passa a considerare il problema oggi piu dibattuto dagli economisti del socialismo, quello del modo di distribuzione dei fattori produttivi nel sistema economico, regolato nelle economie capitalistiche - secondo tutt~ la teoria tradizionale - dal meccanismo dei prezzi. Secondo la teoria marginalistica, come è noto, non solo i prezzi sono eguali ai costi nelle imprese marginali, ma tutti i costi marginali nei differenti settori devono essere eguali, altrimenti si può ritenere che vi siano degli errorì nella distribuzione dei fattori produttivi. Una simile v'isione - osserva il Lipinski - ha valore essenzialmente statico e può al massimo valere per il breve periodo, ma risulta inadeguata di fronte ai problemi di sviluppo di una economia in lungo periodo. Se poi ci si riferisce in particolare ad una economia pianificata, diventa inconcepibile che la distribuzione dei fattori produttivi possa avvenire mediante un tale meccanismo equilibratore. Saranno piuttosto le decisioni di investimento, motivate in larga parte da ragioni politiche, a determinare tale distribuzione. La teoria classica della distribuzione dei fattori produttivi non può valere quindi per il sistema economico socialista, nel quale Biblioteca l3ino Bianco .
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