Passato e Presente - anno I - n. 6 - nov.-dic. 1958

, Segnalazioni gnato ! E lo si sacrifica ad una glori uzza ridicola! » Una crisi prof onda è ormai in atto, causata dalla trasformazione sociale del concetto di patria, e soprattutto dall'incertezza dell'avvenire dell'esercito, sia sotto l'aspetto della possibilità di carriera che sotto quello più profondo, politico e tecnico assieme, degli scopi e possibilità strategiche di esso. Ormai una nuova morale militare, piu rude ma senza sfumature, tende a sostituirsi al1 'ideale vissuto nella passata civiltà, puerile ed onesta. Nella crisi, di cui non si vedono ancora tutti gli sviluppi, sarebbe interessante poter valutare la posizione politica degli ufficiali, che ha il suo peso pur nella « apoliticità >> dell'organismo. Secondo l'A., si possono cogliere tre tendenze. La prima, che comprende forse la maggioranza, può esser definita « nazionalista )), orientata verso destra, non senza compiacenze, per alcuni, verso avventure di tipo fascista. Molti invece hanno una mentalità che l'A. definisce « cristiana », senza pronunciati atteggiamenti di « estrema >>. Alcuni infine possono considerarsi di « sinistra >>, ma di una sinistra eterogenea, che secondo l' A. comprende esponenti della resistenza e « gaullisti >> della prima ora. · Indubbiamente nel· 1940, rispetto ~I governo di Vichy, i « gaullisti )) dovevano esser considerati di sinistra, per quanto molti di loro, a cominciare da] capo, non avessero altro atteggiamento politico che di resistenza al nemico e di prosecuzione della guerra. Ma che altrettanto potesse ritenersi alle soglie del1'anno 1958 non può essere altro che segno ulteriore della confusione di idee e di principì che non poteva prima o poi non sboccare in una crisi, da cui oggi la Francia non è ancora uscita, ma di cui forse si può intravedere uno spiraglio. E cosI conclude l'A.: « Bisogna calzar di nuovo gli stivali del '93, rileggere Saint Just, per il quale « il popolo Biblioteca Gino Bianco francese vota la libertà del mondo )) e riprendere le ardenti parole del Liberatore di Parigi, quando a Costantina, il 12 dicembre 1943, saluta nella Francia, « il Vangelo della fraternità delle razze e dell'uguaglianza delle possibilità )) o quando quest'anno (1957) ha chiesto a tutti « di non insultare l'avvenire ». 1n. V. G10RGI0 GALLI, La Sinistra italiana nel dopoguerra, Il Mulino, Bologna 1958, pp. 288, L. l .500. Chi, fuorviato da un titolo cosI ricco di promesse, si aspetti di aver trovato finalmente la storia delle vicende occorse alla Sinistra italiana nell'intero periodo del dopoguerra, rimarrà un po' deluso. L'interesse dell' A., infatti, si restringe quasi esclusivamente agli eventi del 1948, definito « l'anno spartiacque ))' « l'anno decisivo del dopoguerra italiano » (p. 270). Ma se è vero che il 1948 appare tale, non solo, ma anche il più ricco di avvenimenti (elezioni del 18 aprile, moti del 14 luglio, rottura sindacale, piano Marshall, colpo di stato a Praga, condanna di Tito da parte del Corninform), è pur vero che una piena comprensione di questi avvenimenti può aversi soltanto quando si sia tenuto conto dell'intero processo iniziatosi alla fine della seconda guerra mondi.aie. L'anno 1948 è difatti l'anno decisivo, cioè risolutivo, conclusivo, di quella che lo stesso A. chiama . la « grande crisi del 1945-1948)) (pag. 273). Con il libro del Galli siamo perciò ancora lontani da quell'opera, da più parti auspicata, che ritessa la storia della Sinistra nel nostro recente passato, e se ne siamo lontani non è soltanto per la limitazione di carattere cronologico, ma anche e soprattutto perché ]e preoccupazioni della polemica politica sono prevalenti rispetto a quel1e della ricerca storiografica. Lo sforzo

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