Praxis ed empirismo opposta, non meno compromesso dal suo carattere aristocratico di Weltanschauun g incapace di improntare e di dirimere l'esperienza storica, è stato ulteriormente compromesso dalla dimostrazione storica che un suo uso positivo, den1ocratico, le è esterno, resta affidato alla felicità degli eventi, alla fortuna politica. Se questa manca, come è mancata, esso torna a svuotarsi, indietreggia alla primitiva grezzezza, all'abuso. (Juesto dovrebbe far concludere che non sulle basi del materialismo dialettico si possono trovare le garanzie sufficienti per una democraticità della cultura nel socialismo. Bisogna allora chiedersi se la lotta contro il conformismo dogmatico non debba essere pensata oggi in termini ancora piu radicali di quelli lukacsiani, nel senso di un atteggiamento filosofico il quale contenga già in sé implicite le garanzie per istituzionalizzare le esigenze di democrazia. Quando io dissi che la rivoluzione ungherese ha dimostrato la « generosa astrattezza >>della concezione lukacsiana, e che « il materialismo dialettico armato >>aveva vinto su di essa - ho appunto voluto dire che in questo gioco dell'ambivalenza provocato dalla natura moralistica della concezione materialistica dialettica vince non il più forte ideologicamente, ma il più forte muscolarmente - gli Ulbricht e i Kadar, appunto, sugli Harich e sui Lukacs. Non detiene infatti il potere chi detiene la verità, 1na detiene la verità chi detiene il potere. Non detiene il potere chi riflette la realtà, ma riflette la rèaltà chi detiene il potere. La nozione stessa di verità su cui il materialismo dialettico si regge, e in base alla quale si chiede l'accettazione e il consenso collettivo alla « concezione del mondo», è di tipo imperativo, assertivo, aristocratico. È una nozione che « chiude », anziché « aprire», alla partecipazione attiva. Chi può controllare che un certo enunciato « si adegua alla realtà », la « rispecchia adeguatamente >>?(Nemmeno i filosofi materialisti dialettici lo possono). Che un pensiero è « più vero))' è « meno ·vero>> di altri? Che il realismo socialista .., « marca Ldanov >> è « meno adeguato >>alla realtà del realismo critico di Lukacs e Déry? Tutto si regge sull'émpito moralistico e, dietro d'esso, sulla prova di forza. · Da qui, da questa difficoltà a partecipare attivamente a una concezione del mondo che, al su<?livello piu basso, è un contesto propagandistico, al suo livello maggiore si fa moralistica e individualistica, viene l'indifferentismo della gente, quella sorprendente sorta di qualunquismo che Cases ha potuto osservare nella Germania Orientale, ed io in URSS. Negli strati piu progrediti della società, come in quello dei tecnici, il disagio di una carenza. Cases la spiega molto bene: essi si sentono privi degli strumenti necessari" per passare dal momento tecnico al momento politico-sociale. La concezione del mondo non li aiuta in questo. Già qui l'« universalità», che sarebbe un vantaggio di questa -concezione, si rivela dubbia. Cases ritiene che ciò Biblioteca Gino Bianco
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