Praxis ed empirismo 805 in dubbio, né negato l'estrema importanza di potersi riferire a una concezione del mondo; ho posto in discussione la portata e l'efficienza del tipo di concezione del mondo, eminentemente assertivo, descrittivo, calato e racchiuso nel quadro del materialismo dialettico. Chi, francamente, si sentirebbe di rinunciare a poter afferrare il moto complicato dell'esperienza umana e del mondo, secondo la massima ampiezza, da un punto di vista unitario? Nel marxismo, però, quest'esigenza si radicalizza in una richiesta liberatoria in senso schiettamente sociale : non interessa piu conoscere il mondo, bensì mutarlo. Da orizzonte speculativo astratto la conoscenza diventa strumento di liberazione rivoluzionaria finché, apertosi con la rivoluzione il « mondo nuovo )), i risultati rivoluzionari possono organizzarsi in una sintesi. In questa dunque il marxista può legittimamente attendere di trovare la garanzia prima ad uno sviluppo storico di carattere rivoluzionario - e in questo senso presumo che Cases, per esempio, si rivolga al materialismo dialettico. Gli eventi storici hanno però dimostrato che la spinta fondamentale di questa concezione può essere immobilizzata, e la teoria resa imponibile coattivamente dall'alto (a tutti gli effetti della non partecipazione che Cases sa); e che questo è avvenuto nel momento stesso in cui, nell'ambito rivoluzio .. nario, una determinata aristocrazia si è impadronita del potere. Ora, perché, come osserva Cases, la concezione si irrigidisce? Perché può diventare pure oggetto di zelo di funzionari? ~ Perché, per la sua natura sostanzialmente moralistica, essa si affida alla discrezione drell'uso, col risultato della piu pericolosa ambivalenza. In questa discrezionalità dell'uso Cases sembra vederne il lato democratico : « Essa è veramente democratica, perché ognuno può attingervi ed usarla a seconda delle proprie forze» (p. 78). Invece è proprio qui, in questo suo rimettersi a un uso « a seconda delle proprie forze » che si ver,ifica la sua carenza e difficoltà di democraticità. Le garanzie per un uso corretto le sono infatti esterne, poggiano via via sulla volontà di un capo, di una minoranza dirigente, o su una minoranza di intellettuali. La possibilità di una sua applicazione pratica positiva o negativa, di un suo riempirsi di un senso progressivo o di un suo svuotarsi in un senso regressivo, si affida via via a una buona o a una cattiva volontà. È avvenuto cosf che il materialismo· dialettico si sia calcificato allo stadio filosofico elementare, alle sue grossolane formulazioni da Enciclopedia sovietica nelle mani dei burocrati, mani che avevano dalla loro la possibilità dell'impasizione; mentre, proprio nell'atto in cui ha voluto arricchirlo positivamente, un Lukacs è rimasto praticamente un isolato, per esempio di fronte alla ripresa zdanovista di Kadar; anzi, oggi, addirittura un pensatore messo all'indice. In tutti i due casi, profondamente diversi, la forza della teoria poggia su un volontarismo moralistico e, peggio, sulla forza delle armi che se ne impadroniscono. La teoria del rispecchiamento mostra bene, alla luce delle vicissitudini SI Biblioteca Gino Bianco
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