Passato e Presente - anno I - n. 6 - nov.-dic. 1958

Armanda Guiducci Cases basa la sua critica allo stalinismo continuamente su una distinzione di questo tipo. Questo deriva, evidentemente, dal fatto che egli ci è ancora dentro; e comporta l'altro fatto, di rendergli terribilmente difficile di uscirne. Ecco anche perché per lui esiste un gioco aperto fra purezza degli ideali e corruzione pratica e proprio la correzione astratta, teorica, serve allo scopo. , Mentre io, piu pessimisticamente (dato che per Cases sono un'« inguaribile ottimista>>) credo che quanto è stato compromesso, usurato e stravolto dalla prassi non sia salvabile, in modo veramente duraturo, con una semplice correzione di verità. Il materialismo dialettico oggi è anche la sua compromissione, il profondo svuotamento che ne ha fatto l'uso burocratico staliniano in URSS, in Ungheria, -in Germania orientale. Non è che transitoriamente salvato dall'uso colto che ne fa Lukacs. Se nelle sue mani offre tuttora un riferimento valido è perché la lotta interna alla cultura comunista è ancora allo stadio della rivendicazione anti-settar.ia, antizdanovista. Una cattiva organizzazione della cultura, una cattiva strumentazione delle idee richiede, per essere superata definitivamente, una migliore e diversa organizzazione della cultura, una migliore e diversa strumentazione delle idee. Questo significa che per lo stalinismo, che si è strumentato nella grezza e deteriore organizzazione della cultura burocratica-.zdanovista, non ci si deve porre oggi filologicamente una questione dell'eredità, bensi la questione del « salto fuori>>. L'opera di Lukacs rimane al di qua di una proposta tanto drastica. La correzione teorica è ancora sentita come un>arma valida. Perciò - e qui l'aspetto duplice di creatore e di epigono - Lukacs non mette mai in discussione le basi del materialismo dialettico, per quanto contestabili siano dal solo punto di vista filosofico astratto, anzi le rafforza. Non mi rimetterò a çontestare da questo punto di vista, che ho svolto a sufficienza nel mio scritto. La polemica finirebbe in un vicolo morto perché, come vedo, Cases non è capace di controbattere se non riportandosi in pieno nell'ontologia criticata, ribadendomi le ultime istanze, e che l'ontologia è cosa buonissima, e punto e basta. . Mi metterò invece dal suo punto di vista, allorché egli osserva che la concezione del mondo rappresentata con grandi vantaggi dal materialismo dialettico (consenziente un punto di vista unitario; portante sulla oggettività e sulla totalità) è stata sterilizzata da un uso cattivo, ridotta dal malgoverno dei burocrati a forme ufficiali irrigidite, mal tollerate, accettate passivamente, al punto da ridurre i tecnici sovietici a rifugiarsi in un tecnicismo altrettanto esasperato quanto quello USA; e a ripiegare ideologicamente, al massimo, su delle rivendicazioni settoriali. A questo punto ultimo e verissimo del suo discorso, vorrei chiedergli se egli proprio non nutra dubbio alcuno che queste conseguenze socialmente negative siano implicite nel tipo di concezione del mondo rappresentato dal materialismo dialettico. Mettendo in discussione quest'ultimo, io non ho messo BibliotecaGino Bianco ·

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