Passato e Presente - anno I - n. 6 - nov.-dic. 1958

686 Antonio Giolitti È ovvio che le strutture, pérchè di effettiva riforma possa parlarsi, devono essere aggredite alle radici, non semplicemente scalfi.te alla superficie. In relazione al concetto che abbiamo delineato di riforma di struttura, deve risultare chiara l'inadeguatezza di una legge antitrust che si limiti a contrastare gli effetti del monopolio e non recida le radici della concentrazione del potere economico e politico, cioè non annulli il jus abutendi della proprietà assenteista e non instauri organismi e criteri di direzione e di controllo che garantiscano l'interesse pubblico. Parimenti, non sarà una politica di riforme di struttura quella che attribuisca all'impresa pt1bblica funzioni puramente sussidiarie - stimolatrici e complementari - nei confronti della impresa privata, poiché è proprio il rapporto istituzionale tra pubblico e privato nell'economia che deve essere modificato per incidere sulle strutture, e allora l'impresa pubblica deve assumere una funzione preminente e determinante nella programmazione degli investimenti, della produzione e dei prezzi. La nazionalizzazione o il controllo pubblico dei monopoli e la preminenza dell'impresa pubblica devono essere integrate, al fine di una trasformazione organica e non frammentaria delle strutture capitalistiche, da una riforma della società per azioni che non si limiti ad eliminare le aberrazioni manifestatesi sul piano giuridico e tributario, ma tragga le conseguenze del mutato rapporto tra proprietà ·del capitale e direzione dell'attività produttiva, in modo che l'istituto dell'impresa anonima acquisti una funzionalità economica nel quadro di una struttura volta al soddisfacimento dell'interesse pubblico prima che del profitto privato. La riforma agraria inciderà effettivamente sulla struttura quando alla limit?zione quantitativa della proprietà della terra si accompagnerà l'instaurazione di -forme di cooperazione che sostituiscano il capitalismo nelle campagne. L'intervento sempre piu vasto e profondo dello Stato nell'economia non costituisce di per sé una modifica delle strutture, fino a quando non sia risolto il problema gravissimo e urgente del1 'effettivo controllo democratico della spesa pubblica 1 • Risulta da quanto precede che l'azione politica riformatrice avrà incis9 nelle strutture, cioè avrà raggiunto la qualità della riforma di struttura, qua·ndo avrà modificato i rapporti di potere, cioè quando avrà sottratto alla classe sociale dominante una quantità di potere tale da modificare la struttura economico-sociale che è fondamento ed espres1 Sull'intervento dello Stato nell'economia capitalistica e in particolare sul capitalismo di Stato, cfr. il citato Programma della L.C.J., pp. 14-19 e 22-24. Biblioteca Gino Bianco .

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