LO ZDANOVISMO IN UNGHERIA Quella incompatibilità fra cultura marxista e « cultura . zdanovista )) che una decina di anni or sono poteva sembrare, su bocche socialiste, un'affermazione controcorrente st<;>ricae una mancanza di « realismo politico)), è stata invece avvertita fuori dell'URSS nep'esperienza comunista dell'ultimo decennio e ha assunto le forme di un preciso conflitto storico fra esigenze democrat:che e conserva- . . tor1smo autocratico. La presa di coscienza di questa incompatibilità, da parte degli intellettuali ungheresi democratici, è stata la piu esplosiva che finora si sia manifestata nel blocco sovietico. In Italia Vinverno scorso apparve lo scottante numero, uscilo subito dopo la rivoluzione, di lrodalmi Ujsag (La Gazzetta letteraria ungherese) che suscitò il noto attacco Togliattiano; quest'estate ci ha portato il documento, non meno ., bruciante, di Istvan Mészaros, La rivolta degli intellettuali in Ungheria (Torino 1958). Questo libro, scritto da un militante comunista (Mészaros aveva partecipato attivamente dal 1950 all'Associazione degli scrittori ungheresi, e alla breve vita gloriosa del Circolo Petofi) ci porta profondamente addentro un'esperienza, è esatto dire cruciale, dello zdanovismo. La formazione_ di tutta una generazione di intellettuali comunisti, piu giovane di un quarto di secolo di un Lukacs o di un Déry, è caduta per intero sotto questo segno. Mészaros appartiene appunto a questa generazione, di estraziòne operaia o quasi-operaia, che si è formata intellettualmente dopo l'avvento del regime comunista in Ungheria e che, anzi, ha dovuto a questo la stessa possibilità della propria formazione culturale. Di qui, l'interesse documentario particolarissimo del libro e il tono di « esperienza diretta )) gli dà rilievo. Bisogna francamente dire che preparati al peggio e da anni, proprio questo libro che non ideologizza un'esperienza, ma la ricostruisce ancora « dal di dentro )), ci ha profondamente colpiti per la disinvolta brutalità che, presi alla loro radice episodica, ·rivelano dei fatti che eravamo .abituati ad osservare, con maggiore distacco, da un punto di vista ,ideologico. Preparati al peggio, .non potevamo crederlo tanto. Riguardando indietro gli anni che vanno dal 1949, cioè dalla sempre più pressante zdanovizzazione della vita culturale in Ungheria alla fatale alba del 4 novembre 1956, il Mészaros tende a rivederli in una luce di eccezionalità: sono gli anni di una drammatica presa di coscienza dell'intellighentia del suo paese, s~gnano il decorso e preparano la catastrofe di una tragedia nazionale, una tragedia profondamente ungherese. Chi consideri il fallimento della rivoluzione ungherese come una tragedia storica collettiva per il socialismo intero, e dirigenti come Rakosi e Révai due Biblioteca Gino Bianco
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