P. C. ri di inserirsi a posti di responsabilità. In molti casi i consigli 1 si sono rivelati un organismo fittizio, praticamente svuotato di autorità dal dirett~re, mentre in altri conducevano una campagna di rivendicazioni demagogiche, senza badare alle difficoltà obiettive della situazione nazionale. Questo almeno stando alle dichiarazioni ufficiali, che hanno indubbiamente cercato di sottovalutare i risultati positivi raggiunti invece nei centri industriali piu evoluti. Comunque sia, una cosa è certa, che i consigli nel loro insieme, appesantiti da una massa operaia impreparata, e osteggiati dagli esponenti burocratici, tecnici e di partito, si sono trovati in uno stato di crisi che si è andato man nìano aggravando. Prendendo spunto da questa situazione, i circoli ufficiali hanno iniziato una campagna di critica volta a sottolineare le deficienze del sistema per lo 1neno nei suoi lineamenti originali. Senza negare la validità di una esperienza ancora popolare e motivo di tante speranze, si è cominciato a far presente la necessità di una riforma. L'occasione per una presa di posizione definitiva è stata data dal quarto congresso dei sindacati, svoltosi in aprile all'insegna appunto dell'autonomia operaia. Con un'improvvisa iniziativa, Gomulka decideva di ridurre sostanzialmente i poteri dei consigli operai, senza badare alle possibili ripercussioni di un simile provvedimento. Le misure adottate non lasciano adito a dubbi e provano la determinazione del .governo comunista di controllare l'iniziativa di questi organismi. I consigli operai verranno infatti amalgamati con le organizzazioni operaie e di partito presenti nella fabbrica, in vista della costituzione di un organismo unico denominato conferenza dell'autogoverno. Tale conferenza sarà convocata almeno ogni tre mesi per decidere sui problemi fondamentali dell'impresa; negli intervalli le sue funzioni verranno syolte dai consigli operai delegati ad operare dall'esecutivo. L'ampiezza stessa di tale organizzazione, nella quale i funzionari sindacali e di partito superano naturalmente il. numero dei rappresentanti operai, lasciano intendere le· possibili c<?nseguenze. Di fronte al pericolo di vedere esclusa poco a poco la presenza comunista dalle fabbriche (i co11ìunisti erano spesso scarsamente rappresentati nei consigli), Gomulka, fedele a una ·interpretazione leninista del ruolo del partito, non ha esitato ad agire. La conclusione del provvedimento non può essere che il rafforzamento degli esponenti comunisti, fermo restando il principio del decentramento produttivo e di una ridotta presenza operaia a livello di azienda. Per poter soddisfare le esigenze della popolazione nel settore dei consumi e dei rifornimenti, il regime di Varsavia non ha esitato ad adottare un corso molto spregiudicato anche nei confronti del cosiddetto terzo settore (arti1 J consigli operai in numero di 5600 sono particolarmente diffusi nei settori fondamentali dell'industria polacca, e precisamente: nel 90 per cento dei canti eri, ne~l'86 per cento delle miniere, e nell'84 per cento degli altri complessi dell'ind u- stria pesante. 'BibliotecaGino Bianco·
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