Passato e Presente - anno I - n. 5 - set.-ott. 1958

P. C. i candidati uffici4li non sono stati accettati dai cittadini, e nelle circoscrizioni di provincia si è arrivati ail'inserimento diretto nelle li~te di 20 mila nuovi nomi presentati dalla popolazione. Naturalmente si è votato su di una lista unica, ma con ampie possibilità di preferenze, dato che il numero dei candidati era di un terzo superiore a quello dei seggi disponibili. I consiglieri eletti sono stati 205 mila, su di un totale di oltre 300 mila candidati. Secondo i risultati ufficiali, gli eletti comunisti che rappresentano il 56 per cento nella c.ittà, scendono al 51 per cento nei Consigli di voivodato, per divenire minoranza d~l 33-34 per cento nei centri rurali. Inversa proporzione vale naturalmente per i candidati indipendenti e rurali che aumentano col diminuire degli eletti comunisti. Il partito democratico segna le sue punte maggiori nelle città (14 per cento) ed è in media riuscito a farsi rappresentare dal 5-6 per cento dei consiglieri eletti. Alla base della politica rinnovatrice di Gomulka troviamo l'azione di riforma intrapresa nell'economia, per superare gli schemi rigidi e accentrati del passato. È un argomento di tale rilievo che occorrerebbe affrontarlo con particolare rigore scientifico, in una trattazione a parte. Noi ci limiteremo a delinearne le tendenze e gli aspetti piu significativi agli effetti della lotta per la democratizzazione. Il problema, di importanza radicale per il progresso del paese, rendeva necessario non tanto un assestamento generale attraverso la correzione di errori e deviazioni quanto la modifica vera e propria del sistema di gestione economica. La situazione si .presentava difficile, considerate le profonde differenze di struttura esistenti fra i settori dell'indu- ~tria socialista, dell'agricoltura, delle piccole imprese e degli artigiani. Di qui ratteggiamento differenziato del regime, che ha affrontato i problemi secondo schemi diversi, mosso in primo luogo da preoccupazioni d'ordine produttivo; empiricamente nel caso dell'agricoltura e del settore privato industriale, con ben maggiore impegno anche sul piano ideologico quando si è trattato dell'i-9dustria socialista. Que~to non toglie che l'azione riformatrice abbia puntato ovunque su un generale snellimento delle strutture produttive, nella convinzione che solo una politica di decentramento, a favore dei produttori industriali e agricoli, costituisse un mezzo di soluzione duratura. . Sul numero 12 dell'organo uffic1ale « Nowe Drogi >> del 1957, il vice presidente della Commissione di pianificazione (organo supremo di direzione economica) individua e definisce sinteticamente tre aspetti principali della riforma del modello economico. Un primo ordine di modifiche riguarda i termini della pianificazione. Questa mantiene il suo carattere di legge fondamentale dello sviluppo, perché non solo orienta la produzione nazionale e fissa i principi della suddivisione del reddito nazionale, ma continua a definire gli obiettivi della produzione e degli investimenti per i diversi settori. Mutano tuttavia i termini della pianificazione, che non si spinge piu nei dettagli, non si occupa dei problemi secondari lasciati alla decisione della periferia, comprende uu numero ridotto di indici. Un secondo gruppo Biblioteca Gino Bianco -

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