Socialisti e cattolici classi lavoratrici. Tutte queste posizioni egli le ribadisce anche nel suo commento al convegno su stato e chiesa degli Amici del «Mondo», in « Rinascita», maggio 1957. Ora, a parte il fondo di verità~che c'è nell'ultima . proposizione, se è senz'altro eccessivo pretendere che, come la reazione italiana si compie oggi all'insegna del clericalismo, cos1 la strada italiana al socialismo si debba percorrere all'insegna del laicismo nel senso che sia preminente su tutto il problema dei rapporti fra stato e chiesa (sarebbe probabilmente, con tnentalità «radicale», un perdere la sensibilità delle proporzioni ~ degli innumerevoli problemi economici e sociali che travagliano in ogni direzione i milioni di lavoratori italiani) - però mi pare indubbio, dopo il XX congresso del P.C.U.S., dopo i fatti di Ungheria ecc., che la « strada nazionale al socialismo >> implica autonomia di azione e di giudizio, aderenza ~lla realtà, antidogmatismo, spirito critico, nella convinzione che la battaglia per il socialismo la si vince prima di tutto nella lotta per il potere e non dopo: e questo significa anche dire che il socialismo non può, e meno che mai oggi in Italia, fare a 1neno dei valori e dello spirito del laicismo. Quando sento che un socialista o un comunista, che si professa marxista ecc. ecc., si è indignato come di fronte a un sopruso subfto perché il parroco gli ha rifiutato di poter fare da padrino nel battesimo del parente o perché non ha fatto entrare in chiesa la bandiera rossa della sezione al funerale del compagno - e non si tratta solo di militanti di « base )), come testimonia l'episodio delr onorevole Sansone al citato convegno degli Amici del « Mondo >> - mi pare che la « strada italiana al socialismo>> sia ancora lunga da percorrere. Anche il P .S.I. sente la vocazione a non scandalizzare i « cattolici ))' ma per un motivo abbastanza diverso e, potremmo dire, quasi opposto a quello di Togliatti: esso teHde ad avere, per esigenza di prospettive immediate e concrete, una fiducia eccessiva nei mezzi offerti dalla situazione nazionale, fino alle soluzioni degenerative di opportunistiche combinazioni di vertici con la D.C. Nondi1neno bisogna sottolineare che proprio nel P.S.I. e intorno al P.S.I. il problema viene affrontato con la maggiore attenzione e con spirito critico, come dimostrano le posizioni di Basso e di Codignola e la nota di C. P. che sti_amoesaminando. Problema di soluzione né facile né immediata, ma che comunque, per riassumere, ci impone due doveri: 1) in sede di « battaglia delle idee», di esprimere chiaramente e fino in fondo il nostro pensiero, senza alcun velo; 2) in sede piu propriamente e direttamente politica, di non elemosinare soluzioni a mezzadria con i nostri avversari. Non si tratta, ripetiamo, del rapporto fra un'astratta chiesa ed un ancor piu astratto stato, ma fra due civiltà, due classi dirigenti; e noi dobbiamo credere che non solo la tolleranza, ma la libertà ed il diritto possono essere assicurati soltanto dalla lotta della classe lavoratrice, che in questa lotta è già classe dirigente: assicurati a tutti e co~i pure alle istituzioni cattoliche in quanto non contrastino ai principi fondamentali dello stato sòcialista. Piuttosto che il ritorno alle ottocentesche Biblioteca Gino Bianco
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