Eligio Vitale dato omogeneo e scontato e si articoli in un atteggiamento che associ la ricerca dell'unità dal basso su singoli problemi concreti alla franca battaglia delle idee ». E cominciamo proprio dalla fine: a noi sembra, per dirla tout court, che il « dialogo con i cattolici » o « apertura ai cattolici » o come ancora si voglia chiamarlo, è un problema che non esiste. Saremmo quasi tentati di dimostrarlo alla maniera sillogistica, con l'osservare che, se chiamiamo cattolici guelli che si invitano a disobbedire ai loro pastori, cioè alle gerarchie ecclesiastiche - sia, in tempo di elezioni, esortandoli a votare contro la D.-C., sia, in tempo di possibili combinazioni parlamentari, spingendoli ad « aprire a sinistra» dall'interno della D. C.: al riguardo la confusione dei linguaggi è massima, come ottimamente nota Claudio Cesa su « Il Ponte >>- ebbene allora cattolici in questo senso sono pure coloro che già costituiscono l 'elettorato di sinistra e che invitano quegli altri al «dialogo», poiché in questo invito alla disobbedienza il termine « cattolico » finisc~ col ridursi a quello di «battezzato», e battezzati sono il 99% degli i~aliani. Quindi non si tratterebbe, in verità, di « dialogo con », di « apertura ai >>cattolici, ma di apertura o dialogo fra cattolici, tutti sorprendentemente d'accordo nel disobbedire alle gerarchie ecclesiastiche. A meno che il dialogo in parola non si voglia estenderlo alle gerarchie stesse ed alle organizzazioni che da esse direttamente dipendono ed al Vaticano; ma nessuno dei suoi sostenitori sembra intenderlo in questo modo, e anzi l'acc·usa di voler trattare con la chiesa è da essi formulata contro chi si sospetta di tradire con ciò la causa del laicismo per ottenere vantaggi particolari: la rivolge, ad esempio, su « Il Ponte », Codignola ai comunisti. Comunque, logica formale a parte, vero è che i sostenitori del dialogo svolgono il seguente ragionamento: la D. C. raccoglie in nome della religione a sostegno del potere ·della classe capitalistica borghese masse di lavoratori cattolici che p·ure hanno interessi « strutturali » contrastanti con quelli della classe al potere; ma questi interessi prima o poi finiranno col prevalere sull'originario vincolo politico-religioso (Codignola), la ·democrazia ha la capacità di far uscire di tutela e rendere maggiorenni i cattolici (Basso). Per •aiutare questo processo bisogna invitare i cattolici a « dialogare », cioè a convergere sulle cose concrete, assicurandoli che non è in questione la loro re-- ligione, poiché qui si tratta di cose terrene. « Non si tratta di conciliare mar .. xismo e cattolicesimo, ma di unire le forze che vogliono lavorare per la democrazia e il progresso (...) se la chiesa è anch'essa da questa parte>) (Basso, sull' « Avanti'! » del 23 giugno 1957). Già: « se »... Ora, probabilmente Marx aveva tutte le ragioni quando affermava che il _movimento operaio deve tradurre in questioni terrene le questioni teologiche, ma mi domando se per un socialista significhi disputare di teologia chiedersi perché la D. C., cioè il partito che si chiama dei cattolici italiani, o meglio dietro di esso e per esso le gerarchie ecclesiastiche, cioè insomma la chiesa BibliotecaGino Bianco
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