Comunisti e cattolici L'organizzazione sindacale unitaria, forte di molti milioni di aderenti, era nelle mani delle Sinistre. Le piu grandi conquiste del popolo italiano, la Resistenza e la Repubblica, erano state opera soprattutto dei comunisti e .dei socialisti. Alle elezioni del 1946 i voti del P .C.I. e del P .S.I., sommati insieme, superavano quelli della Democrazia cristiana. Nelle successive elezioni amministrative e regionali i due partiti di sinistra facevano altri grandi progressi, mentre la D .C. perdeva ~olti suffragi 1 • I voti raccolti dalla Democrazia cristiana sembravano poi qualitativamente inferiori a quelli raccolti dai socialisti e dai comunisti, poiché si affermava che il corpo elettorale delle Sinistre era costituito ir~ prevalenza da lavora.tori, da giovani, da gente impegnata verso la creazione di un mondo nuovo ecc., mentre per il partito cattolico votavano le donnette impaurite dalle fiamme dell'inferno, le mon_ache di clausura, i malati, i lavoratori meno emancipati. Con la prospettiva di un imminente rinnovamento dell'Italia fondata su un favorevole rapporto di forze, le relazioni formali e di natura giuridica della Chiesa con lo Stato diventavano cosa secondaria. Per amor di pace poteva votarsi anche l'articolo 7, salvo a rimandarne a piu tardi l'interpretazione e l'applicazione. Se si pensa che soltanto poche settimane dopo il voto sulle norme concordatarie i comunisti furono egualmente estromessi dal governo, e che nelle elezioni dell'anno successivo la D.C. si confermava quale maggior sostegno della politica conservatrice, deve pur dirsi che tre anni di « mano tesa ai cattolici » si chiudevano con uno schiaffo in pieno viso. Quando De Gasperi era diventato presidente del consiglio, Togliatti aveva salutato l'avvenimento come un successo della democrazia e del progresso, perché ciò significava << tra l'altro, rompere una volta per sempre quella specie di tradizione reazionaria che tendeva ad escludere dalla direzione del governo, in Italia, gli uomini di determinati partiti, come il partito della democrazia cristiana, o quello comunista, o quello socialista »2 • A. distanza di un anno e mezzo ognuno era in condizione di misurare la un governo con l'esclusione dei comunisti? Ha domandato un collega. E Terracini ha risposto: Questo non lo ritengo assolutamente possibile >>. Parri: « Pensa ad una esclusione dei comunisti dalla compagine del governo? - Assolutamente no». 1 Il 10 novembre 1946 iJ Blocco del Popolo, oppure il Partito comunista, erano in testa a Roma, Torino, Genova, Napoli e Firenze. A Roma la D.C. (102 · mila voti) arrivava terz~ dopo il Blocco (186 mila voti) e l'Uomo Qualunque (105 mila voti). In Sicilia alle elezioni regionali del 20 aprile 1947 il Blocco guadagnava 181 mila voti rispetto alle elezioni del 2 giugno 1946 otteneva cioè il 30,3% contro il 24,4 % della D.C. ed il 14,7% dell'U.Q. ' 2 Cfr. la precedente nota 3 a pag. 600. . 39 Biblioteca Gino Bianco . .
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