Comunisti e cattolici 611 partito democristiano. Abbiamo avuto l'impressione, ed io non voglio essere maligno, che essi avessero il desiderio che noi respingessimo l'articolo. Abbiamo avuto l'impressione che molti avessero il desiderio di trovare il motivo per accusare il Partito comunista di essere il nemico della religione. Non era quindi possibile di venire a compromessi col partito democristiano. Non esisteva quindi nemmeno la possibilità di un compromesso. Noi siamo andati per la nostra strada e la D .C. se ne è andata per la sua 1 . Sembra quasi impossibile che, quindici anni prima, la stessa persona . avesse scritto : In Italia (...) la Chiesa compie dopo la guerra la stessa manovra di ritirata che compirono la borghesia e lo Stato. Finge di concedere per poter meglio riprendere tutto~ Quanto per essa il concedere fosse pericoloso avevano mostrato le vicende della democrazia cristiana e del partito popolare, finite sul1'or lo dell'eresia e dello scisma 2 • 8. - Quali furono i motivi per i quali il P.C.I. votò a favore dell'articolo 7? Gli stessi per i quali esso aveva dapprima rinunciato ad aprire il discorso sulla complicità della Chiesa con il passato regime, e piu tardi si era deciso a riconoscere la validità del Concordato mussoliniano. I comunisti combatterono - quel provvedimento fino alla vigilia del voto, il che dimostra come non si sia trattato di un'adesione determinata dalla convinzione che quell'articolo meritasse di essere inserito nella carta costituzionale. I comunisti pensarono che il richiamo costituzionale dei Patti fosse per l'Italia un « male >>,se cosf possiamo esprimerci, ma un male minore che bisognava accettare per scongiurare un altro male «maggiore>>: in questo caso la divisione tra le massè cattoliche e le masse comuniste. Fu l'estrema concessione offerta al Vaticano, del quale si sperava in tal modo di mitigare l'influenza per~colosa. « Abbia1no avuto l'impressione che molti avessero il desiderio di trovare il motivo per accusare il Partito comunista di essere il nemico della religione», aveva detto Togliatti. Sarebbe stato piu esatto dire « un nuovo motivo », perché già il Papato era riuscito a trovare gli_ argomenti adatti a suscitare contro il P .C.I. un'atmosfera di crociata religiosa. Ma il segretario del P.C.I. si rifiutava di ammettere che il suo partito avesse mai dato occasione alle preoccupazioni religiose dei cattolici, e questo rifiuto viziava il ragionamento sul quale era fondata la tattica politica del P .C.I. Il voto del 25 marzo non poteva bastare a far cadere le esitazioni e le preoccupazioni del mondo cattolico, e non poteva pertanto togliere dalle mani delle gerarchie 1 Cfr. «l'Unità)), Roma, I aprile 1947. Discorso· di Paltniro Togliatti a Rovigo. 2 ~- TOGLIATTI(Ercoli), Fine della questione romana, articolo apparso nel 1929 ·In « Stato Operaio )), ripubblicato in « Rinascita )), a. V, n. 6, giugno 1948, pag. 192. Bjblioteca -Gino Bianco
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