Piero Melograni Soltanto le grandi masse cattoliche avrebbero potuto costituire il perno di una efficace politica conservatrice, e fu appunto in quei giorni, tra la fine del 1946 ed i primi del 1947, che tutto un complesso di circostanze, sulle quali ora ci soffermeremo, raccolsero attorno ad un medesimo programma i gruppi conservatori della borghesia e della Chiesa, le organizzazioni cattoliche, e il Partito democratico cristiano. Il P.C.I. tentava di opporsi a questa manovra, sostenendo il governo « tripartito)); ripetendo che questo non era, né poteva, né doveva essere una morta formula indicativa di una piu o meno solida e fuggevole maggioranza, ma era invece la formula politica a lunga scadenza di un governo che rinnovasse l'Italia 1 • Il P.C.I. polemizzava con la direzione del Partito D.C. (che non voleva convincersi della bontà di questa formula) cercando di scindere le responsabilità di questa ultima da quelle del resto del partito, illudendosi insomma sulle reali possibilità di emancipazione, che possedevano le correnti della sinistra democristiana, e cioè, tra gli altri, i Dossetti ed i Fanfani, per ricordare i nomi di chi passava allora per estremista! Il P.C.I. non temeva di condurre talvolta la polemica anche con tono duro e violento, m~ si manteneva prudentemente entro i limiti del gioco democratico, poiché intendeva assumersi le responsabilità di governo attraverso « un piu accorto pronunciamento degli elettori » 2 cos1 come già lasciavano sperare i brillanti · risultati conseguiti alle elezioni amministrative. Ma tra la fine del '46 e l'inizio del '47 molte circostanze congiurarono contro i programmi ottimistici dei comunisti e, soprattutto, il Vaticano giudicò venuto il momento per sgombrare il terreno da ogni compromesso, ponendo termine alla collaborazione di governo tra i cattolici e i comunisti. Già nella seconda metà del 1946, la formula del « tripartito» era resa sempre piu instabile dalle polemiche e dai contrasti manifestatisi tra socialisti e comu-nisti da ur:ia pcirte e democristiani dall'altra. Temi di questi contrasti erano _i rapporti con l'Unione sovietica, la questione di Trieste, la politica del ministro del tesoro Corbino, quanto dire che quei partiti non si trovavano d'accordo sulla soluzione da darsi ai piu gravi problemi di politica estera ed interna. In breve tempo la situazione diveniva estremamente 1 Cfr. Crisi democristiana, editoriale non firmato, in << Rinascita », gennaiofebbraio 1947, a. IV, n. 1-2, pag. 2. Cfr. anche il discorso alla Costituente pronunciato da Togliatti il 19 febbraio 1947, in Discorsi alla Costituente, cit., pag. 155, in cui il segretario del P.C.I. _riproponeva in termini ancor piu categorici che non nel passato, il tema di un'inevitabile e storica convergenza delle correnti cattoliche e socialiste italiane, le quali, egli disse: « Hanno un lungo tratto di strada da percorrere in comune, un còmpito con1une non contingente né occasionale, ma un còmpito storico che debbono assolvere insieme, se vogliono tener fede alla loro ispirazione originaria, allo stato d' ani1no, agli ideali delle masse che li seguono, se vogliono tener fede, insomma, alle loro parole e ai loro programmi ». 2 Cfr. Crisi democris_tiana, in «Rinascita», 1947, cit., pag. 3. Biblioteca Gino Bianco ·
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