Passato e Presente - anno I - n. 5 - set.-ott. 1958

Comunisti e cattolici 599 preoccup~ioni religiose. Fra tutti i partiti che si richiamavano a premesse non cattoliche, il partito marxista è apparso sempre quello che piu degli altri e diversamente dagli altri ha stabilito una connessione stretta tra azione . politica e filosofia· materialistica. · Se il comunismo vuole distruggere l'economia della impresa privata - ha scritto Arturo Carlo Jemolo - esso si pone anche co1ne una Weltanschauung, come una filosofia, come una anti-Chiesa: non lascia alcun posto alla vita religio.sa, alla trascendenza, è ostile non solo al cattolicesimo, ma a tutte le religioni rivelate. La sua tolleranza, quando c'è, non e affatto tranquillante; finché non ci sarà una sola personalità qualificata del movimento, in Italia e fuori d'Italia, che si proclami credente e praticante di una qualsiasi confessione religiosa, sarà lecito pensare che la religione sia tollerata come il cibo degli in(anti, con il desiderio di ·eliminarla non appena possibile dalla loro dieta 1 . Il P .C.I., tuttavia, ha potuto accogliere nelle sue file un grandissimo · numero di battezzati, in ciò favorito dal fatt~ che in Italia la religiosità ha molto spesso radici conformistiche, restando limitata all'esercizio di pratiche esteriori. I battezzati iscritti al partito comunista hanno finito comunque per distaccarsi piu o meno consapevolmente dalla Chiesa romana, e questo spiega perché ci si debba riferire all'opinione cattolica, come a qualcosa di co1npletamente estraneo al P .C.I., intendendosi difatti per cattolici i credenti rimasti sensibili alla disciplina della Chiesa ed alla autoritr dei suoi pastori, e perciò convinti della proclamata inconciliabilità delle due fedi 2 • L 'an1missione di cattolici nel Partito comunista fu formalmente approvata dal V Congresso del P .C.I., apertosi in Roma negli ultimi giorni del 194:,, quando H Partito della sinistra cristiana si era già disciolto. Fu votato uno statuto che consentiva l'iscrizione a tutti « i lavoratori e cittadini onesti )), i quali accettassero il programma politico « indipendentemente dalla loro razza, fede religiosa e dalle loro convinzioni filosofiche >>. Con ciò il partito non intendeva affatto rinunciare alla sua ideologia, nata « dalle esperienze e tradizioni · storiche e dall'insegnamento marxistico )) 3 • Gli even1 ARTURO CARLO JEMOLO, Chiesa e Stato in Italia dal Risorgimento ad oggi, Einaudi, 1955, pp. 487-488. 2 Fu soltanto il 15 luglio del 1949 che « L'Osservatore Romano » pubblicò un decreto della Suprema Congregazione del Sant'Offizio, nel quale si dichiarava illecita per un cattolico l'iscrizione ad un partito comunista. Il 28 maggio 1953 lo stesso giornale pubblicava alcuni chiarimenti, che davano un'interpretazione piu moderata del decreto stesso. 3 Cfr. L. LoNco, Rapporto al V Congresso del P.C.I., «l'Unità», Roma, 4 gennaio 1946, pag. 3. Egli aveva anche detto: « Se gli ·amici della disciolta Sinistra Cristiana, reclamando un partito a-ideologico, pretendono che noi rinunciamo ad ogni ideologia, cioè al risultato stesso del nostro sviluppo storico ed ideologico - è chiaro che essi pretendono una cosa che noi dobbiamo respingere >>. Biblioteca Gino Bianco

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