Passato e Presente - anno I - n. 5 - set.-ott. 1958

Comunisti e cattolici 597 retto anche se fosse caduta la monarchia, si sarebbe adattato anche in una repubblica, e forse anzi piu che in una monarchia 1 • L'accettazione del fascismo, la violazione dello Statuto, la disfatta militare, molti avvenimenti di quegli ultimi anni condannavano la casa regnante, dimostratasi incapace di reggere ai suoi compiti. Nonostante ciò anche dopo la Liberazione, l'istituto monarchico continuava a raccogliere attorno a sé gran parte delle forze conservatrici. Come abbiamo detto prima, ia monarchia svolgeva un ruolo primario, contribuendo a creare un equilibrio di forze, nel quale sua funzione precisa rimaneva ancora quella di costituire un centro di conservazione rivale del Vaticano. Con la caduta dei Savoia, i conservatori nostrani sarebbero stati tutti naturalmente sospinti verso la Chiesa, al fine di trovare in essa la difesa conveniente contro r estendersi del movimento socialista. Un tale ravvicinamento tra forze un témpo ostili, sarebbe stato ora favorito sia dalla accresciuta potenza della Chiesa - la sola organizzazione che fasse uscita rafforzata da tanti sconvolgimenti - sia dalla rinunzia della borghesia a proseguire un'azione anticlericale e antireligiosa, che nei tempi passati aveva raggiunto punte assai avanzate. Il P .C.I. chiedeva alla Chiesa di rinunciare a questa sua missione storica, di non intervenire cioè contro il movimento comunista, ora ricorrendo a blandizie e concessioni, ora facendosi forte della sua influenza, e una volt~ minacciando, abbiam visto, di; sollevare la questione concordataria. La risposta delle alte gerarchie ecclesiastiche fu piuttosto aspra, e l'autorevol.e rivista della Compagnia di Gesu, « La Civiltà Cattolica)), pubblicò con eccezionale rilievo un lungo articolo del padre Lombardi, intitolato: Una mano tesa minacciosa (maggio 1945) 2 • Gli argomenti erano in gran parte gli stessi, grazie ai quali già era stato combattuto il Movimento dei cattolici comunisti; ma mentre allora la discussione si era svolta coi « cari giovani di cui ammiriamo l'intelligenza e soprattutto il buon volere >> 3 , ora viceversa la polemica assumeva un tono ben diversan1ente duro e reciso. L'autore partiva dall'esame dei principì teorici e della tattica dei comunisti e, dopo aver dimostrato il car~ttere materialistico ed ateo dei primi, affrontava il problema della scindibilità del programma comunista dalle classiche premesse materialistiche ed atee. « La questione, egli scriveva, è t~oppo profonda e delicata perché sul terreno teoretico possa pienamente risolversi in questo articolo», tuttavia sul piano pratico egli giudicava possibile ed urgente dare una risposta, e la da~a in quello stesso articolo pro1 Cfr. Die Grosse Politik der Europaischen Kabinette, 187r-r914, III voi., Das Bis1narck'sche Bundnissystem, Berlin, 1927, pag. 197. 2 Cfr. « La Civiltà Cattolica », a. 96°, voi. II, 5 maggio 1945, quaderno 2277, pp. 147-159· 3 Cosi scrisse il Padre Brucculeri, su (< Il Quotidiano », Roma, 22 luglio 1944. Bi_bliotecaGino Bianco

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