Piero Melograni cata, inconfondibile, furono delle religiose, come Santa Chiara, partecipe della fondazione di quel moto francescano che fu all'inizio un moto di rinnovamento sociale, con impronta comunistica, o come Santa Caterina, che parlava a tu per tu, con re, con principi e in1peratori, e dibatteva con loro tutti i piu gravi problemi del suo tempo 1 . Il Gorresio, nel 1945, scrisse che la politica dei comunisti verso i cattolici era destinata a fallire, perché fondata su una illusione grossolana, che denotava tra l'altro scarsa conoscenza della dottrina cattolica. Era ingenuo, secondo il giornalista liberale, fare affidamento « su talune impazienze, intolleranze, intransigenze, che si manifestavano e che tuttora si manifestano, come è sempre avvenuto, tra le file dei cattolici o democratici cristiani, e specialn1ente fra i piu giovani)); tengano presente, sia Nenni sia Togliatti, « che costoro [i cattolici di sinistra] dovranno prima o poi fare la scelta fra il loro attaccamento alla cattedra di Pietro e il loro ardore rivoluzionai io, onde si avranno tanti casi di coscienza, e forse qualche abiura, ma non la soluzione del problema >> 2 • Il P .C.I., viceversa, contava sulle correnti progressive della Democrazia cristiana e delle stesse gerarchie ecclesiastiche, muovendosi entra una prospetti va alquanto ottimistica, destinata col tempo a rovesciarsi per il prevalere di alcuni elementi insufficientemente valutati: innanzi tutto intendiamo appunto parlare della soggezione alle direttive vaticane in cui si trovano le correnti della sinistra democristiana, e che impediva loro di assumere posizioni critiche autonon1e, di uscire insomma dai limiti di una opposizione all'interno. In secondo luogo ci riferiamo al ruolo storico di centro di raccolta delle forze conservatrici italiane al quale la Chiesa era ineluttabilmente chiamata, in seguito all'indebolirsi e poi alia caduta della monarchia. Già nel passato taluni avevano con1preso come papato e n1onarchia non fossero necess9riamente legati ad un co1nune destino, ed avvertirono anzi, tra dinastia e pontificato, un naturale contrasto, elemento duraturo della situazione italiana, e tale da far paventare l'indebolìrsi dell'istituto 1nonarchico per il conseguente, prevedibile innalzarsi di quello papale 3 • « A misura che il re d'Italia si abbassa - aveva scritto Francesco Crispi - il papa s'inalza >> 4 • E piu tardi Domenico Zanichelli: « Per noi nella lotta col Papato l'Italia avrà fondata speranza di vittoria, solamente se rimarrà monarchica >> 5 .. Lo stesso Bismarck diceva che il papato avrebbe 1 Cfr. «l'Unità)), Roma, 9 giugno 1945. 2 G . ORRESIO, Clt., pp. 202-203. 3 Sull'argomento cfr. FEn1:R1co CHABOD, Storia della politica estera italiana dal 1870 al 1896, vol. I, Le premesse, Bari, Laterza, 1951, pp. 260 e 337-339. 4 FRANCESCOCRISPI, Pensieri e profezie, Roma, 1929, pag. 96. 5 DoMENico ZJ\NICHELLI, Monarchia e Papato in Italia, Bologna 1889, pag. 213. BibliotecaGino Bianco
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